Dopo la rottura nel corso dell’ultimo Consiglio comunale e in attesa del probabile allargamento a Ncd, oggi i conti al sindaco Maurizio Bruno proprio non tornano. Se oggi si dovesse approvare il bilancio, tanto per fare un esempio, rischierebbe seriamente di andare sotto. Dare una scorsa non tanto ai nomi, ma ai numeri e dunque ai potenziali voti del Consiglio comunale può rendere il concetto meglio di qualunque discettazione politica o politichese. Suddivideremo le assise in “fedelissimi”, “incerti”, “probabili” e “contrari” (opposizione) e il quadro apparirà magicamente più chiaro.
BRUNO (1)
FEDELISSIMI (10):
Alfonso Andriulo, Paola Andriulo, Marcello Cafueri, Mimma Forleo, Srrafina Latartara, Carmela Lopalco, Raffaele Pappadà, Carmelo Sportillo, Fabio Zecchio (pattuglia del Partito democratico), Antonio Camarda (Noi ci siamo);
INCERTI (3):
Luigi Fanizza, Maria Passaro (Sel) e Angelo di Noi (Pd)
PROBABILI (3):
Giuseppe Cavallo, Luigi Galiano, Oronzo Incalza (Nuovo centrodestra)
CONTRARI (8):
Antonio Andrisano, Mimmo Bungaro, Antonio Sgura (pattuglia Forza Italia), Gianni Capuano (La Puglia prima di tutto) Giacomo Gallone (Conservatori e riformisti), Domenico Attanasi (Idea per Francavilla), Euprepio Curto (Progetto per l’Italia), Emanuele Modugno (Rifondazione comunista).
Tutto dipende, insomma, da chi oggi si trova nel limbo degli “incerti” e dei “probabili”. Gli scenari possibili sono molteplici ma, allo stato, con i primi che stanno più di là che di qua e i secondi che stanno più di qua che di là, l’unica cosa che sembra certa è l’incertezza. Oggi come oggi, oggi 28 dicembre 2015, Bruno non ha i numeri. Gli scenari possibili per il prossimo futuro sono molteplici. Eccone alcuni:
Scenario 1 – tutto rientra
Tutto resta com’è, Sinistra ecologia libertà e Rifondazione comunista rientrano nei ranghi e la maggioranza Bruno conserva i numeri dell’anno passato: 15 voti (compreso quello del sindaco) contro 10, con unica incognita di Noi (mente critica del Pd). In ogni caso, sarebbe un 14 a 11. Ipotesi difficile per quanto concerne Rifondazione, che ha posto come unica e imprescindibile condizione la revoca del bando per l’affidamento del servizio di supporto all’Ufficio tributi (ex Cerin) alla base della frattura politico-amministrativa.
Scenario 2 – entra Ncd
La maggioranza apre a Ncd e per tre consiglieri che vanno (Modugno, Fanizza, Passaro), senza contare per ora ingressi in giunta, altrettanti ne arrivano (Cavallo, Galiano, Incalza). Ipotesi che al momento sembra la più accreditata dopo che Galiano, grazie al suo voto decisivo, ha consentito a Bruno di non andare in Consiglio sotto sull’affaire Cerin sotto i colpi della mozione presentata da Sel e Prc e votata anche dal resto delle opposizioni. In tal caso, cambierebbe il colore dell’amministrazione, ma non i numeri: 14 a 11.
Scenario 3 – resta Sel
Se Rifondazione si è già chiamata fuori, Sel ha semplicemente chiesto una verifica. Il che significa: per ora, nessuna porta in faccia a Bruno&Co. Solo che, oltre alla verifica, è stata avanzata una richiesta (leggasi conditio sine qua non): Ncd non deve entrare. Della serie: «O noi o loro». Se resta Sel e non entra Ncd, in Consiglio sarebbe comunque buio pesto: maggioranza 13 (con sindaco e senza di Noi) – minoranza 11.
Scenario 4 – salta il banco
Ciò che si augura il centrodestra: non si raggiunge alcun accordo e l’amministrazione Bruno “cade” con tre anni d’anticipo. Un periodo di commissariamente fino alla prima “finestra” utile, poi nuove elezioni. Nell’incertezza odierna, nulla è scontato, ma tra le diverse ipotesi, questa appare decisamente la più improbabile.
