Se fosse vero, sarebbe gravissimo. Se è vero, cercheranno di stabilirlo Procura, carabinieri e, più in là, probabilmente un giudice. Appropriazione indebita è l’ipotesi di reato a carico di una dipendente delle Poste italiane in servizio a Oria – già sospesa dal servizio e in odore di trasferimento provvisorio e cautelare in un’altra sede della provincia – dopo che, tra fine ottobre e i primi di novembre, avrebbe fatto sparire dal conto di una pensionata 63enne qualcosa come 24mila euro
L’anziana si è accorta quasi per caso dell’ammanco, quando un giorno è stata contattata dalla direttrice della filiale che, conoscendone le abitudini, le ha chiesto come mai all’improvviso (per la precisione il 10 novembre 2015) avesse deciso di prelevare tutto quel denaro. La donna, peraltro rimasta vedova da qualche mese, ha dapprima negato qualunque prelievo di quel tenore – abituata com’è a pagare appena qualche bolletta o, al limite, l’indispensabile per vivere – poi è scoppiata in lacrime. Non a caso, l’ultimo prelievo di una certa entità – recita l’estratto conto – è stato quello per pagare i funerali del marito, qualche giorno dopo il 19 maggio scorso.
Così, disperata e sempre piangendo, ha deciso di rivolgersi a un avvocato, il vicino di casa Fabio Stranieri del foro di Brindisi, per invocare giustizia. Ché da allora giorno le sono rimasti soltanto 65,85 euro. E con quelli non ci paga neanche la luce o il gas.
Ma chi – e perché – aveva ripulito il conto della signora? A suo stesso dire sarebbe stata una dipendente dell’ufficio postale, la quale poi si sarebbe offerta di restituirle l’intero importo con un assegno che avrebbe potuto tranquillamente versare sul suo conto: e, infatti, la direzione provinciale delle Poste di Brindisi ha “congelato” un titolo di 24mila euro. Ora la priorità per la presunta vittima resta comunque quella di tornare quanto prima in possesso dei suoi pochi averi, di quei sudati risparmi di una vita volatilizzatisi dall’oggi al domani con un semplice click sulla tastiera del terminale. C’è da dire che, oltre alla denuncia presso la locale stazione carabinieri e alla polizia postale, anche le Poste hanno avviato un procedimento interno per chiarire cosa sia accaduto e a chi siano da attribuire le responsabilità prima di adottare i provvedimenti del caso. Uno di questi provvedimenti, a prescindere da eventuali accordi tra le parti, potrebbe essere la restituzione delle somme alla legittima proprietaria. Un altro potrebbe riguardare la posizione dell’impiegata.
Dove siano stati dirottati tutti quei soldi, lo verificherà la polizia postale. Sui motivi per cui ciò è avvenuto sarà chiamata ad approfondire la magistratura inquirente e, se del caso, poi anche quella giudicante. Con l’avvocato Stranieri che annuncia la possibilità che la sua assistita si costituisca parte civile per reclamare direttamente a processo i danni dopo aver rischiato quasi un infarto una volta realizzato di aver perso tutto, ma proprio tutto. A tranquillizzarla ha pensato poi la direttrice della filiale delle Poste, che – ammette – con lei si è comportata come una figlia avrebbe fatto con sua madre.