Il Comune dichiara guerra alle slot-machine. Distante: «D’accordo su quelle illegali»

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Marcello Cafueri

Lo scorso 30 novembre, il Consiglio comunale di Francavilla Fontana ha approvato (13 favorevoli, 5 astenuti, 7 assenti) la mozione presentata dal capogruppo del Partito democratico Marcello Cafueri dall’oggetto “Lotta alla ludopatia nel nostro Comune”, impegnando il sindaco Maurizio Bruno a:

  • Censire tutti i luoghi pubblici o aperti al pubblico nei quali sia possibile conseguire vincite in denaro verificandone, al contempo, l’osservanza delle distanze minime previste dalla legge regionale 43/2013 (500 metri da istituti scolastici di qualsiasi ordine e grado, luoghi di culto, oratori, impianti sportivi e centri giovanili, centri sociali o altri istituti frequentati principalmente da giovani o strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale e, inoltre, strutture ricettive per categorie protette);
  • Adottare tutte le iniziative necessarie affinché sia data applicazione dalla Questura alle disposizioni della legge regionale di cui sopra con la chiusura dei centri che risultino esercitare l’attività di sala giochi e scommesse in contrasto con le limitazioni e i vincoli stabiliti dalla normativa in questione;
  • Adottare, nel rispetto di quanto previsto dalla legislazione statale e regionale in materia, tutti i provvedimenti idonei a contrastare il fenomeno della ludopatia e a tutelare la salute dei cittadini;
  • A favorire e promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione così come previsto dalla legge regionale.

Sull’argomento, Lo Strillone ha intervistato Domenico Distante, francavillese doc, leader non solo locale del settore, ma soprattutto presidente regionale e vicepresidente vicario dell’Associazione nazionale Sapar Agis.

Presidente, cosa pensa della di quanto deliberato dal Consiglio comunale di Francavilla?

Penso di essere d’accordo nella parte in cui si dichiara guerra a quel sottobosco d’illegalità che da sempre, purtroppo, caratterizza questo settore così delicato… Io stesso sono autore di numerosi esposti di questo tenore. Ce li ho tutti qui, se vuole dare un’occhiata…

Mi fido, ma mi spieghi meglio: qualora dovesse trovare esecuzione, è d’accordo con le limitazioni imposte a quello che è il suo settore dalla mozione del consigliere Cafueri?

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Mino Distante

Ripeto: non potrei non esserlo per la parte in cui s’intende contrastare il gioco illegale, che effettivamente costituisce una piaga sociale non indifferente. Altra cosa è se, invece, l’obiettivo è quello di intraprendere una sorta di caccia alle streghe e perseguitare una sala da gioco solo perché è una sala da gioco. Io credo che soprattutto in quest’ambito sia necessario chi, come il sottoscritto, opera da sempre nella legalità: se lo Stato – non un sindaco, non un assessore e non un consigliere – mi dice che, rispettando determinati parametri, io posso svolgere questo lavoro, credo di dover essere protetto più che essere in qualche modo disturbato.

In che senso?

Cerco di essere più chiaro: oggigiorno, chiunque può giocare d’azzardo, che si tratti di poker, slot o altro, comodamente dal suo pc e soprattutto dal suo telefonino. Nessuno in quei casi controlla se quella persona sia maggiorenne, abbia problemi di salute (psichici, di alcolismo, tossicodipendenza, ecc.), cosa che invece avviene nelle sale da gioco fisiche, dove c’è personale qualificato che ha tutto l’interesse a filtrare i fruitori degli apparecchi per evitare problemi e, strano ma posso assicurare che è così, anche perché sensibile: io non vorrei che passasse l concetto per cui gestore di sale da gioco, scommesse, ecc. uguale speculatore sulla pelle altrui. È chiaro che, come in ogni ambito, esistono casi specifici, ma generalizzare non è mai la soluzione.

Ma lei che ne pensa di chi sperpera fortune o anche solo stipendi, pensioni, risparmi?

Penso esattamente quello che pensano tutti: è sbagliato e va evitato. Sono e sono sempre stato per il gioco responsabile, ma ritengo che la responsabilità parta da un’opera di sensibilizzazione. Sensibilizzazione tanto a monte quanto a valle, cioè da parte nostra che operiamo nel settore. Io parto sempre dal presupposto di avere di fronte persone maggiorenni e responsabili di fronte a me. Se così non è, mi regolo di conseguenza e altrettanto fanno tanti miei colleghi, adottando contromisure per così dire sul campo.

Quindi, riassumendo, lei è per il contrasto al gioco e per la sensibilizzazione sull’argomento.

Certamente. Combattere l’illegalità è un obbligo per tutti. Ma rendere il gioco in genere illegale non farebbe altro che incrementare l’illegalità: è una cosa che insegna l’esperienza. D’altra parte, già oggi è pieno di totem assolutamente illegali che celano dietro versioni modem vincite anche di diverse migliaia di euro. Con l’associazione ne segnaliamo ogni giorno, anche perché noi esercenti autorizzati siamo sottoposti a un regime normativo piuttosto stringente, mentre chi immette in circolo quell’altro tipo di apparecchi è paradossalmente impunito. Senza contare poi tutti i furti e tutte le rapine che quotidianamente subiamo: secondo voi può mai esistere un’assicurazione disposta ad accollarsi il nostro rischio? No che non esiste. In compenso il gioco legale è controllato e, soprattutto, controlla.

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