Oria, sensazionali scoperte archeologiche dell’epoca bizantina a parco Montalbano

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Il sottosuolo di Oria continua a dare spettacolo: dopo i ritrovamenti di piazza Lorch, ecco che un’altra parte nascosta della città che è emersa qualche settimana addietro nel corso della riqualificazione di Parco Montalbano, alle pendici del castello. Si tratta, in questo caso, di scoperte che risalirebbero al X secolo, periodo di dominazione bizantina.

Gli archeologi della cooperativa Impact di San Vito dei Normanni, coordinati da Christian Napolitano e sotto la supervisione di Assunta Cocchiaro (responsabile della Soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia), hanno finora ripulito 300 metri quadri sui 2mila complessivi e si sono imbattuti nei resti di tre abitazioni e in quelli di alcuni antichi abitanti del posto (compresi bambini) e persino di animai domestici di piccola e grossa taglia (buoi e cavalli). Ma ci sono anche ceramiche, utensili e attrezzi per il lavoro nei campi. Si vocifera addirittura di segni tangibili di antichi assalti, di viottoli e di una chiesa.

L’area di parco Montalbano corrispondente a parco Sabba, alle pendici del colle Vaglio, dopo l’edificazione del castello per volontà di Federico II, fu sgomberata sul fronte settentrionale per ragioni strategiche e difensive. Ciò che il tempo ha coperto è però emerso in tutto il suo splendore, per la gioia degli stessi archeologi, a distanza di ottocento anni.

Nuove testimonianze dal passato che si aggiungono a quelle di piazza Lorch: dieci tombe a semi-camera, scavate nella roccia e risalenti al III secolo a.C. probabilmente profanate in seguito dai Romani che fino al II secolo le utilizzarono come fossa comune. Da lì, dalla discussa necropoli di piazza Lorch, sono stati riesumati sette scheletri e numerosi oggetti di uso comune infossati con gli stessi proprietari secondo le usanze dell’epoca.

Ora, al di là delle modalità di valorizzazione, si spera che questi ritrovamenti non facciano la stessa fine di quelli rimpiazzati (dopo sbancamento e distruzione ad hoc), all’inizio degli anni 2000, da un campo di calcetto nell’amplissimo piazzale del Seminario vescovile in piazza Giustino de Jacobis.

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