Oria, Marinò (Ncd): «Tra le tombe e la piazza bisogna scegliere la seconda»

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Si riceve e pubblica, qui di seguito, un intervento del coordinatore cittadino di Ncd, Mauro Marinò, riguardo i lavori di rifacimento di piazza Lorch:

Mauro Marinò
Mauro Marinò

Su Piazza Lorch è necessario fare nuovamente alcune considerazioni e lo facciamo solo con intento collaborativo e spirito di umile servizio. Piazza Lorch è un problema troppo importante, è sicuramente uno degli impegni più seri che si sta affrontando a cavallo tra la precedente Amministrazione e questa attualmente in carica, e nessun politico, nella situazione critica in cui ci troviamo, si sogna di mettere in atto azioni demagogiche, ostruzionistiche e di ostacolo alla realizzazione di una opera così rilevante.

Questo deve essere chiaro a tutti, anche se poi le decisioni, si sa, spettano esclusivamente alla maggioranza nel bene e nel male, sia che si vada in una direzione o nell’altra. Vogliamo dire che se la Piazza non si farà o se si farà nel modo sbagliato possiamo in futuro dare nome e cognome a chi si è assunto la responsabilità di un eventuale fallimento. Riconoscere oggi che l’approccio della nuova Amministrazione su questo problema non è stato quello giusto, ci aiuta ad aggiustare il tiro e assumere la posizione più appropriata, in questa fase di blocco dei lavori ma anche di idee e di decisioni.

Con la delibera del Consiglio comunale sull’argomento del 07 settembre scorso è stata oscurata l’importanza della Piazza e si sono accesi i fari sulle tombe vuote da centinaia di anni, consegnando le sorti della Piazza stessa alla libera azione della Soprintendenza che, in questo caso, ha interessi che non si conciliano con quelli della politica e dello sviluppo di Oria.

Oggi va detto chiaramente che tra la Piazza e le tombe bisogna scegliere la Piazza. Ogni variante necessaria, di fronte agli imprevisti che nascono, come accade in tutte le opere che si realizzano nelle città storiche di tutta Italia, devono essere funzionali agli interessi esclusivi della Città e non viceversa. È come se a Roma, giusto per fare un esempio, di fronte a tutti i reperti archeologici trovati lungo il percorso dei lavori, non avessero più realizzato la metropolitana con i danni che si possono immaginare dal punto di vista turistico, economico e non solo.

A noi interessa la Piazza, Oria ha bisogno di quella Piazza, è importante per i Cittadini, è importante per le attività commerciali, è importante per la nostra economia, è importante per dare il giusto slancio al nostro sviluppo turistico, è importante per creare luoghi di qualificata accoglienza.

Le tombe vuote, anche se sono importanti, devono giocare una funzione secondaria rispetto al primo obiettivo che deve rimanere la riqualificazione e la nuova funzione della Piazza. Sono le tombe che vanno sacrificate per la Piazza e non la Piazza per le tombe.

L’anno prossimo abbiamo il cinquantenario del Torneo dei Rioni e vorremmo che le nostre manifestazioni d’ora in avanti non si tenessero più sul piazzale di San Pasquale, lontano dalle nostre attività economiche e produttive. Non è certamente la demolizione del muro di via Torre, come si vuole far intendere, che ha stravolto la sostanza e il corso delle cose; quello era un muro staticamente non idoneo, marcio e pertanto pericolosissimo per l’incolumità delle persone. Se non avremo più la costruzione della sala multifunzionale, se non sappiamo ancora dove saranno costruiti i nuovi bagni previsti dal progetto e se si rischia un drastico ridimensionamento degli spazi della Piazza stessa, è per colpa della delibera approvata dalla maggioranza nel Consiglio comunale di settembre scorso, che ha messo in primo piano la valorizzazione delle tombe e sminuito il valore della Piazza.

Ricostruire il muro invece significa mettere in sicurezza via Torre, realizzare un marciapiedi che eleva il livello di civiltà e di vivibilità, rispondere ai bisogni delle persone in difficoltà, non restringere pericolosamente la strada, mantenere i posti di sosta auto, non penalizzare le attività commerciali della zona ma, anzi, rilanciarle e rafforzarle.

Anche in Piazza Donnolo e piazza Cattedrale abbiamo trovato le tombe, non meno importanti di quelle di rinvenute su piazza Lorch, eppure il problema è stato risolto, così come fu risolto per Piazza Manfredi. Per piazza Donnolo, la Soprintendenza aveva proposto di deviare la strada di acceso al Quartiere Ebraico e ci siamo opposti perché questo avrebbe significato distruggere per sempre Piazza Donnolo. Un luogo storico con una funzione più alta di quella che possono avere alcune tombe vuote e devastate da centinaia di anni.

Così come lo è Piazza Lorch, di cui attraverso la sua riqualificazione si ampliano le funzioni di luogo qualificato di socializzazione, di aggregazione, di svago e che diventa una risorsa essenziale per fare buona accoglienza. A quale sviluppo economico può puntare una città ricca di storia e di cultura come la nostra senza strutture e servizi?

È su questo fronte che ci siamo attardati negli anni e abbiamo perso la competizione con altri comuni e città che hanno molto meno di noi, se è vero come è vero che, nonostante gli sforzi delle nostre Associazioni uniche e invidiate da tutta Italia, siamo dietro i flussi turistici di San Vito, Carovigno, Francavilla, ecc..

Tra poco, speriamo, avremo il Museo Messapico presso Palazzo Martini, attraverso il quale racconteremo i nostri tremila anni di storia, le nostre origini e mostreremo i nostri reperti archeologici di alto pregio. Abbiamo un parco archeologico interamente recuperato, anche se ancora chiuso, e il parco Montalbano che diventa, per i ritrovamenti di altissimo valore, un luogo di grande attrazione turistica.

Per queste brevi considerazioni e soprattutto perché oggi ci troviamo in serie difficoltà a causa dei tempi ristretti a disposizione, il 31 dicembre scadono i termini dei lavori, salvo altre proroghe, mettendo seriamente a rischio Piazza e finanziamenti, abbiamo chiesto al Consiglio Comunale: di ripensare la sua posizione assunta e giungere ad un documento unitario con il quale chieda con fermezza l’immediata ripresa dei lavori e che valorizzi le tombe attraverso una copertura trasparente assicurando nel contempo, la superficie calpestabile per l’intera estensione della Piazza stessa.

Oppure, qualora tutto ciò non potrà essere tecnicamente e tempestivamente attuato, anche per mancanza di soldi, dato lo stato di emergenza in cui ci troviamo per la ristrettezza dei tempi a disposizione, procedere alla copertura delle tombe lasciando successivamente all’Amministrazione comunale possibili future azioni di valorizzazione delle tombe stesse. Quanto sopra anche per evitare che sulla quella Piazza si lasci un grosso e largo buco trasformato in discarica a cielo aperto e luogo di atti vandalici.

Il coordinatore cittadino Ncd

Mauro Marinò

 

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