Si è dimesso, ma non ha rinnegato nulla di ciò che ha fatto durante il suo mandato. Claudio Zanzarelli ha spiegato, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nel primo pomeriggio di oggi (21 ottobre 2015) nella sede del Partito Democratico di Oria, le ragioni che l’hanno spinto a lasciare un incarico di cui era stato investito ai tempi in cui era assessore nella giunta allora guidata dal sindaco Cosimo Pomarico.
«Questa è una decisione che avevo già maturato durante la campagna elettorale – ha spiegato – ma mi hanno chiesto di temporeggiare e ora che si sono un po’ calmate le acque posso finalmente passare il testimone: mi dimetto da segretario, ma non da consigliere comunale».
«Sin dal giorno successivo al turno di ballottaggio – ha chiarito – mi sono detto disponibile a lasciare lo scranno in Consiglio a Domenico D’Ippolito, che con le sue preferenze personali ci ha consentito di fare, nonostante tutto, una buona figura alle scorse amministrative, ma è stato proprio D’Ippolito a pregarmi di restare al mio posto: e là rimango, in rappresentanza di questo partito con il quale, in tutto questo tempo, abbiamo fatto cose egregie».
«Ho deciso di rassegnare le dimissioni – ha proseguito – in quanto credo che sia necessario dare nuovo slancio a questo circolo e consentire che chi se n’è nel frattempo allontanato possa ritornarvi: qui, a differenza di quello che mi auguravo e ci auguravamo, i dissidenti hanno preferito allontanarsi anziché dialogare e confrontarsi con la maggioranza, e questo è forse l’unico rammarico che ho insieme con il non essere riusciti a creare un bel gruppo di giovani»
Nessun rimpianto e nessun rimorso, si diceva: «Le mie non sono dimissioni a seguito di un fallimento – ha precisato Zanzarelli – poiché in questo circolo si è fatta tanta politica attiva e anche a livello personale io stesso ho raggiunto importanti risultati».
Un passaggio sulle passate polemiche della campagna elettorale non poteva mancare: «Quando eravamo al lavoro per individuare un candidato sindaco idoneo, e vi era in ballo il nome di Cosimo Pescatore, apprendemmo dalla stampa e solo dopo dall’assemblea provinciale che il circolo era stato commissariato: chiedemmo lumi a Brindisi, ma ancora attendiamo la risposta». Poco dopo il commissariamento, però, il segretario regionale Michele Emiliano riconsegnò il partito nelle mani di Zanzarelli e allora, con Pescatore che ormai si era chiamato fuori, nacque la scelta obbligata di candidare a sindaco lo stesso segretario cittadino. Una scelta che, a dire di Zanzarelli, sarebbe stata avallata dallo stesso segretario provinciale Maurizio Bruno, il quale poi ha invece sostenuto la candidatura a sindaco di Maria Lucia Carone, seguita peraltro da esponenti storici del Pd quali il presidente Sergio Ardito, l’ex consigliere comunale Emilio Pinto ed Ennio Suma.
E, ancora, sulla scelta di sostenere Ferretti al secondo turno: «Scegliemmo semplicemente – ha ammesso – di avere un posto in Consiglio per continuare a fare politica attiva, per garantire al Pd una rappresentanza nelle istituzioni. Non mi spiego ancora come mai quella scelta, abbastanza logica, abbia destato scandalo quando poi esponenti storici di questo partito, come l’ex segretario Cosimo Patisso e la dirigente Valeria Farina, e addirittura l’ex segretario di Sel Vincenzo Granata si erano già candidati dall’inizio con Ferretti».
Ma c’è una cosa che a Zanzarelli e ai suoi proprio non va giù: la gestione di Bruno: «Ci deve ancora delle spiegazioni – ha ribadito il segretario dimissionario – e credo che se ho deciso io di rassegnare le dimissioni, ora tocchi a lui dimettersi o dare conto, possibilmente in maniera plausibile, delle discutibili scelte di cui si è reso protagonista a Oria e non solo a Oria». E, inoltre: «Siamo a novembre e ancora non ci hanno dato le tessere relative al 2015: il caso di Oria è particolare, ci è stato detto, e non ve le possiamo consegnare».
Infine, i ringraziamenti: «Non posso che congedarmi ringraziando chi mi è stato sempre accanto – ha concluso Zanzarelli – e in particolare, oltre a D’Ippolito, Piera Micelli, Viviana Carbone, Piero DE Simone, Giuseppe Lacala, Marco Sportillo, Alessandro Renna».
Ora spetta alla segreteria provinciale nominare il commissario, poi probabilmente per il Pd comincerà una nuova era. Se migliore o peggiore della precedente, saranno il tempo e i fatti a dirlo.