Il presidente del Consiglio comunale di Oria Glauco Caniglia precisa: «Gli unici punti comuni tra la maggioranza e la minoranza sono finora quelli di accelerare e di non perdere il finanziamento: non esiste ancora, quindi, alcun accordo sul merito del progetto». Un accordo cui si potrebbe giungere venerdì, quando in conferenza dei capigruppo si tornerà a discutere dei lavori di rifacimento di piazza Lorch. Tuttavia, stando alla versione che fornisce Caniglia, l’obiettivo primario non è quello di coprire i ritrovamenti archeologici, ma di scongiurare l’ipotesi di uno stralcio della parte del progetto concernente per l’appunto Oria. Di sicuro questo sarà uno dei temi al centro della seduta monotematica delle assise, già convocata per lunedì prossimo alle 18, mentre per gli altri c’è da attendere il documento unitario che sarà probabilmente redatto venerdì dopo mezzogiorno.
I problemi o, meglio, i dubbi che aleggiano sulla principale agorà cittadina non sono però soltanto politici (coprire o non coprire?; se sì, come?; se no, perché?) ma anche tecnici. Non è ancora del tutto chiaro l’attuale quadro economico dell’ambaradan, non si conosce cioè, in assenza di documenti ufficiali, quanti soldi in più o in meno siano stati spesi tanto a Oria quanto a San Pancrazio e a Latiano (gli altri due comuni interessati dal medesimo progetto e destinatari dello stesso finanziamento europeo). Non si sa con esattezza neppure quanti dei soldi stanziati per il progetto dovranno essere destinati alla cooperativa di archeologi che si sta occupando degli scavi. Scavi che, così come i lavori, sono fermi dal 25 settembre scorso. Si resta, insomma, in attesa delle varianti economiche e progettuali.
Tra i tanti punti interrogativi, però, esistono anche alcune certezze: entro il 31 dicembre si dovrà rendicontare tutto alla Regione che a sua volta dovrà poi rendere conto alla Comunità europea. Di qui, a causa del ritardo accumulato negli ultimi tempi, è emersa la possibilità, da intendersi in ogni caso quale extrema ratio, di poter chiudere la necropoli al fine di non perdere il finanziamento e di salvaguardare la destinazione d’uso dell’area interessata dai lavori, che era e dovrebbe restare appunto una piazza e non diventare un parco archeologico.
Tutti d’accordo, dunque, sulla necessità di non perdere un’occasione. Meno concordia, invece, sul come: per la minoranza, che difende il progetto esecutivo originario, è prioritario preservare il piano di calpestio; per la maggioranza, con in testa il sindaco Cosimo Ferretti, è importante anche valorizzare le scoperte archeologiche. Il tutto, a patto di rispettare la tabella di marcia o, al limite, di avere la sicurezza assoluta che quelle risorse, in caso di stralcio o ulteriori perdite di tempo, non si volatilizzino e siano anzi oggetto di proroga.
Insomma, di carne da mettere a cuocere ce ne sarà nuovamente tanta nel Consiglio di lunedì prossimo e prim’ancora nella conferenza dei capigruppo di venerdì. Difficile però che da parte dell’attuale amministrazione comunale possa esserci un’inversione a “U” rispetto all’orientamento già espresso durante le assise del 7 settembre scorso.