Qui sembra una sfida, lì è la normalità. Tutta una questione culturale.
Qui è Oria, lì è Losanna, in Svizzera. Qui le strade, soprattutto quelle extraurbane, sono invase dai rifiuti. Lì, invece, è pulito ovunque. Raffaella Carbone – 35 anni oltreconfine, ma origini fieramente italiane, di Oria – conosce sia qui sia lì e, anziché arrendersi all’evidenza del contrasto stridente, ha deciso di rimboccarsi le maniche e di dare il buon esempio.
È nato così l’evento – lanciato su facebook, come si usa fare per coinvolgere quanta più gente possibile – “Oria, aiuta il rifiuto a trovare la strada giusta”, in programma per domani (giovedì 1 ottobre 2015) e per sabato (3 ottobre).
L’obiettivo dichiarato è quello di ripulire simbolicamente la pista ciclabile lungo la strada comunale per San Cosimo alla Macchia. Chiara la descrizione social: «Sei stanco anche tu di vedere questi rifiuti che vengono buttati sulle strade? Sei un amante della natura o semplicemente delle cose belle e pulite? Allora abbiamo bisogno anche di te, delle tue braccia e del tuo sorriso! Giovedì 1.10 e sabato 3.10 dalle 15:30 si risana la strada per san cosimo (pista ciclabile), tempo permettendo…». Il senso non è tanto quello di sostituirsi al gestore del servizio di nettezza urbana, che ha tutti i suoi limiti, ma soprattutto quello di lanciare un messaggio ai concittadini. Di qui l’idea di indicare ai rifiuti la strada giusta, che non è e non può essere appunto l’abbandono in luogo pubblico…
A Raffaella, che è tornata in Italia da un anno e frequenta abitualmente la pista ciclabile per tirare provvidenziali boccate d’aria, era venuta un’idea molto più semplice: quella di armarsi di guanti, ramazza, bustoni e carriola e di fare da sé, al massimo con l’aiuto di alcuni amici, ma poi proprio questi ultimi le hanno consigliato di coinvolgere anche altre persone.
«Non è mia intenzione dare la colpa a nessuno – spiega – mi rendo conto che in Svizzera c’è un altro modo di pensare e di prendersi cura del proprio territorio, qui invece mi sembra che lo Stato non dia poi tanto aiuto e comprendo la rabbia della gente, ma non certo i suoi modi di fare: quando un sistema non funziona, le responsabilità non sono soltanto di qualcuno, è che forse un po’ tutti non funzionano».
«Non si possono addossare le responsabilità sugli altri – prosegue – e avere aspettative solo nei loro confronti per poi non fare nulla in prima persona: ogni tanto, oltre a parlare, credo sia necessario anche agire: praticando spesso la pista ciclabile, sia per camminare, sia in bici sia per correre, da sola o in compagnia, incontro tante famiglie e bimbi a piedi o in bici, va da sé che imbattermi in questo scenario mi rattrista».
«Quest’estate – continua – ero il mio nipotino Leo, di 7 anni, che mi ha chiesto: perché tutti gettano le cose qui per terra? Poi gli ho mostrato due foto, una di una campagna pulita e un’altra di una campagna sporca, chiedendogli quale preferisse per giocare: ovviamente ha scelto quella pulita, dicendomi che sarebbe meglio gettare i rifiuti nella spazzatura e avere di conseguenza una campagna pulita in cui giocare».
Così, come ammette la stessa Raffaella, gli si è accesa la più classica delle lampadine: «Ho pensato innanzitutto per me stessa e per mio nipote di andarci da sola a pulire, poi un’amica mi ha detto: ti accompagno volentieri e ti do una mano. A quel punto – aggiunge – abbiamo deciso insieme di rendere pubblica l’iniziativa, senza farci strane idee: chi vuol venire è il benvenuto, ma le aspettative portano delusioni, quindi mai esagerare…».
«Non ci nascondiamo dietro il più classico dei “così fanno tutti perciò lo faccio anch’io” – conclude – l’Italia è bella e io sono fiera di essere italiana, nonostante abbia trascorso 35 anni all’estero, e sono anche convinta che esistano persone che amano il loro Paese e la loro città, che desiderino rispettarli: è questo l’obiettivo, insomma, tutti insieme si può raggiungere».