Sono 868 le opere pubbliche avviate e mai completate in Italia. Il record è della Sicilia, con 215 cattedrali nel deserto. Ma, nel suo piccolo, con le sue famose 50 (la maggior parte delle quali non contemplata nell’elenco poiché non d’interesse nazionale), neppure Francavilla Fontana, che è solo un Comune e non una Regione, scherza. Si pensi all’eterno centro di carico intermodale, ma anche, senza andare troppo lontano, al più recente palazzetto dello sport.
A rivelare le cifre dello spreco è l’Anagrafe delle opere incompiute d’interesse nazionale a cura del Ministero della Infrastrutture e dei trasporti: al 2014 si diceva, sono 868 i lavori mai completati, mentre nel 2013 erano 692. Due anni addietro non erano però computate le siciliane: 215, tantissime, tra porti realizzati e mai usati, dighe, teatri, ecc.
L’Anagrafe è stata istituita nel 2011, ma il primo censimento reca come data il 2013: questo è dunque la terza edizione. Sicilia da record, ma neppure Calabria e Puglia scherzano: 93 contro 81. A seguire, Sardegna (67) e Lazio (54). Al top, invece, la Provincia autonoma di Bolzano con solo otto opere monche e la Regione Val d’Aosta con una soltanto. A Trento nessuna incompiuta.