Il monito dell’antiracket-antimafia: «La mala è forte a Sud di Brindisi, siano rafforzati i controlli»

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Paride Margheriti
Paride Margheriti

Qui di seguito una ferma di presa di posizione da parte del coordinatore provinciale dell’associazione Antiracket-Antimafia della provincia di Brindisi Paride Margheriti:

È con estremo rammarico che si è costretti a sollecitare a distanza di un anno maggiore attenzione per una parte del territorio brindisino meno discusso di altri e grazie a questo brulicante di criminalità.
Lo afferma Paride Margheriti, coordinatore provinciale dell’Associazione Antiracket-Antimafia, che aggiunge: «Il silenzio che lo avvolge consente alla mafia locale di crescere indisturbata, di espandersi e di rafforzarsi nell’ombra».
Come un humus protetto da un fitto sottobosco, la mafia locale germina intrighi, relazioni per troppo tempo trascurati.
«Troppo spesso alcune aree sono state definite impropriamente “isole felici”, e mi riferisco al triangolo di Erchie Torre Santa Susanna e San Pancrazio Salentino, quindi a quella parte a Sud del Brindisino confinante con la provincia di Taranto e di Lecce».

«Vari sono stati gli arresti con consequenziali sequestri di ingenti quantitativi di droga di ogni genere – prosegue Margheriti – da quelle sintetiche passando per l’eroina e la cocaina a quello di un sequestro di un ingente carico di droga proveniente dall’Albania sulle coste ioniche».
Il paradosso è che tutti questi arresti siano stati effettuati nell’ambito di operazioni delle forze dell’ordine relativamente lontano dai paesi di origine degli esecutori. Ci si chiede come mai non ci sia stato un seguito nei paesi di origine dei soggetti in questione in cui la droga verosimilmente sarebbe dovuta arrivare per poi essere smerciata?
Ci si chiede come mai dai territori non ci siano state debite segnalazioni da chi di “dovere” di “nuovi” soggetti emergenti nell’ambito della criminalità organizzata, nonostante noti a tutti.
Basterebbe solo comprendere da dove proviene tanta ricchezza ingiustificata, sembra infatti una barzelletta che gli arresti per furto di corrente elettrica siano pari se non maggiori a quelli per associazione mafiosa nella Terra dove la SCU è nata.

Eppure da cittadini che credono nella Giustizia, esattamente un anno fa il sottoscritto a nome dell’associazione sollecitava attenzione su questi territori in cui il silenzio la fa da padrone, quel Silenzio che si definisce dolo ma solo come slogan nelle passerelle sull’ormai di moda termine “legalità”.

Purtroppo l’omertà, più volte rimarcata dal sottoscritto e dalla nostra associazione, con l’evolversi di avvenimenti palesi, è stata conclamata con il tempo e con i fatti, contrastando con slogan ispirati al “va tutto bene” di alcuni politici e in rarissimi casi, quanto gravissimi, di rappresentanti delle forze dell’ordine locale.
È la palese dimostrazione di come grazie alla scarsa attenzione nei territori a Sud del Brindisino, ci sia stato un “salto di qualità” della criminalità, che ha dimostrato e dimostra di possedere un forte potere economico visti i quantitativi con elevatissimi margini di guadagno, soldi poi reinvestiti in attività “legali” e altre palesemente illegali quali ad esempio l’usura dilagante.

Grave la non contezza della realtà da chi di dovere, che porta a decisioni inappropriate ad iniziare da blande se non inesistenti tutele per chi denuncia.
Queste brevissime considerazioni sono atte alla speranza che ci sia un seguito e soprattutto una maggiore attenzione in un territorio dove per troppo tempo è venuto a mancare lo Stato.

Nel triangolo Erchie, Torre S.S., San Pancrazio Salentino confinanti in pochi chilometri con la provincia di Taranto, con Avetrana e Manduria, e con quella di Lecce, per troppi anni il silenzio assordante ha permesso tanto una radicalizzazione del fenomeno criminale in ogni ambito della vita sociale, quanto una forte crescita tale da potersi permettere diretti contatti con trafficanti di droga e presenziare la vita pubblica in ogni sua sfaccettatura.

Questo nostro intervento è indirizzato a tutte le forze dell’ordine e alla magistratura perché presenti nel territorio come punto di riferimento dello Stato, al comando Provinciale dei carabinieri e alla compagnia di Francavilla Fontana dei Carabinieri ai quali riconosciamo comunque l’ottimo operato, esprimendo la piena stima nei comandanti rispettivamente Collonnelo Nicola Conforti e Capitano Nicola Maggio.

Chiediamo pertanto una seria ed attenta valutazione per quello che sta accadendo da anni nel territorio in questione affinché ci siano serie prese di posizione ad iniziare dal presidio di base e quindi nel riconoscimento e rispetto di chi dovrebbe rappresentare l’Arma nel territorio ed una attenta valutazione dell’escalation di potere economico e criminale,
Speriamo dunque in una risposta concreta per la tutela del cittadino per bene che rappresenta la stragrande maggioranza e come monito alle nuove generazioni.

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