Stalker dell’ex marito e della suocera oltre che maltrattatrice dei propri figli? Macché: secondo i giudici, solo litigi ordinari all’interno del nucleo familiare.
È stata assolta perché il fatto non costituisce reato una 58enne di Fasano, difesa dall’avvocato Giuseppe Pomarico, accusata di aver molestato e minacciato il suo ex coniuge in modo da cagionargli un perdurante e grave stato d’ansia e di paura ovvero d’ingenerare in lui un fondato timore per l’incolumità propria e dei prossimi congiunti, tanto da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita, mettendo in atto una serie di comportamenti di disturbo.
«In particolare, dopo la separazione di fatto – era scritto nel decreto di citazione a giudizio – iniziava a ingiuriarlo con espressioni quali “bastardo, drogato, coglione”, a minacciarlo di mettergli fuoco alla casa, ad appostarsi spessp presso la sua abitazione o sul luogo di lavoro, a danneggiare suppellettili, cagionandogli lesioni, in tal modo costringendolo a limitarsi nella vita di relazione, a rincasare presto, cagionandogli una situazione di stress».
Inoltre, la contestazione di due fatti più specifici avvenuti il 23 dicembre 2011: l’aver privato della libertà personale sia il suo ex sia la loro figlia chiudendoli a chiave all’interno di una stanza di hotel e lasciando le chiavi inserite nella toppa dall’esterno in modo da impedirne l’uscita; l’aver maltrattato i due figli, avuti dal matrimonio con l’uomo, “umiliandoli e sottoponendoli a vessazioni fisiche e morali, in particolare segregandoli in una camera di hotel chiusa a chiave, senza energia elettrica, lasciandoli fuori di casa tutta la notte e percuotendo sua figlia lanciandole addosso una bottiglietta di profumo che la colpiva alla testa.
Queste le accuse pesantissime che però l’avvocato Pomarico è riuscito a smontare punto per punto. Stando a quanto emerso a processo, dal quale si sono ben presto sfilati i figli dell’ex coppia che non hanno voluto procedere nei confronti della madre, l’ex marito – deceduto nel 2014 – era andato a convivere con una donna di origini rumene molto più giovane di lui e avrebbe un po’ ingigantito i contrasti con la sua ex e gli atteggiamenti di quest’ultima nei confronti suoi e della prole.
Esempio: l’uomo aveva lamentato di aver ricevuto centinaia di telefonate dall’ex coniuge, invece dai tabulati è venuto fuori che le chiamate erano state in realtà pochissime. A parte questo, osservano i giudici, la presunta parte offesa non ha proprio fatto cenno, nel corso del dibattimento, al perdurante e grave stato d’ansia o alla necessità di alterare le proprie abitudini di vita.
«Nel corso della deposizione – scrivono i magistrati nei motivi delle decisione – lo stesso si è limitato, per così dire, a criticare le numerose, a suo dire fastidiose, condotte che sua moglie aveva posto in essere nei suoi confronti dopo la separazione, ma è parso chiaro che lo stesso non ha mai attribuito a tali condotte le conseguenze richieste dalla fattispecie normativa, delle quali non ha neppure parlato. A tal proposito – proseguono – non può non farsi cenno al fatto, provato documentalmente dalla difesa, da un lato che l’uomo aveva denunciato altre volte sua moglie, che era sempre stata assolta, dall’altro che lo stesso era stato denunciato più volte dalla donna anche e soprattutto per la violazione degli obblighi di assistenza familiare, non avendo mai provveduto con regolarità al pagamento di quanto necessario per il mantenimento dei loro figli che, si badi bene, erano sostanzialmente sempre rimasti a vivere con la loro madre». Gli stessi figli hanno poi riferito che, dopo la separazione, le cose non erano andate bene anche perché il loro padre non versava alla madre quanto necessario per mantenerli e che i litigi tra i genitori erano “paritari”.
Per quanto concerne gli altri reati- sequestro di persona e maltrattamenti – considerazioni sostanzialmente identiche. Dall’istruttoria è emerso che la donna non aveva chiuso in una stanza di hotel i suoi figli, ma che semplicemente, in occasione di un litigio con il marito, li aveva chiusi fuori di casa per responsabilizzare l’ex marito sul punto del loro mantenimento. L’uomo li aveva quindi portati in hotel non potendoli portare nella casa in cui viveva con la sua nuova compagna.
I giudici scrivono, in relazione ai presunti maltrattamenti, che la donna ha potuto in qualche circostanza essere particolarmente istintiva, ma che non si configura il reato grave contestatole anche perché da parte dei figli è emerso un chiaro affetto nei confronti della madre, la quale al massimo ha sbagliato a coinvolgerli nelle liti all’ordine del giorno con l’ex coniuge mancando, tutt’al più, di proteggerli.
Più che un profilo di stalker e maltrattrice della donna è insomma uscito un quadro di bugiardo del marito. Intanto, però, dinanzi al Tribunale monocratico di Brindisi pende, sempre sul capo dell’ex imputata in questo processo, un giudizio per atti persecutori ai danni anche dell’ex suocera e per furto aggravato nel negozio dell’ex marito. Per questi fatti la 57enne fu anche arrestata con concessione dei domiciliari. Chissà che non ne esca anche in quella sede pienamente assolta.