Francavilla, auto del sindaco rigata: si è persa una grande occasione per solidarizzare o tacere

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Consiglio per la lettura: si lascino per un attimo da parte le idee e le contrapposizioni politiche, ma pure le antipatie personali.

Avrebbe potuto essere un’ottima occasione, questa, per dimostrare un po’ di civiltà diffusa e per condannare, all’unisono, un gesto obiettivamente, indiscutibilmente vile. O, almeno, per tacere. Nella migliore delle ipotesi, al cospetto di un “semplice” un atto vandalico nei confronti del sindaco di Francavilla Fontana, presidente della Provincia di Brindisi e segretario provinciale del Pd, che poi è il sindaco e il presidente di tutta la città e di tutta la provincia, tutti hanno voluto dire la propria, persino chi ha sostenuto: “Di queste cose si deve tacere”. Anche se poi è stato egli stesso, ma non è una novità, a violare il silenzio. E a contraddirsi. In certi casi, capita. Ma lasciamo da parte i sedicenti fini pensatori, aspiranti opinion leader di scarso successo, e le loro lapalissiane sciatterie.

Tornando alle cose serie, al di là del movente, si è trattato di sicuro dell’opera di un vigliacco. Ma opinione pubblica e politica hanno saputo anche stavolta gigioneggiare tra mille “se”, “ma” e distinguo, probabilmente sospinti dai contrasti di ogni giorno.

C’è stato chi si è indignato/a poiché anche a lui/lei hanno rigato la macchina, ma nessuno ne ha scritto. Tutti sindaci o a tutti o a nessuno. Come se davvero una personalità politica fosse equiparabile, in termini di esposizione e in quanto obiettivo sensibile, a un lavoratore qualsiasi. Per dire, anche a chi in questo momento scrive l’auto l’hanno vandalizzata e rubata, ma poi non ne è certo seguito un articolo.
Se però un episodio del genere – non il furto, la rigatura – ha come bersaglio il sindaco – solo la sua Alfa è stata rigata ieri in quella via – è un altro paio di maniche. Egli è un personaggio pubblico e, a parte i suoi eventuali screzi privati, si occupa di politica e amministrazione, cioè si occupa di questioni che riguardano tutti. Quindi bisogna stare a maggior ragione in guardia e stigmatizzare l’episodio, dato per scontato che è deplorevole e da condannare qualunque caso del genere nei riguardi di chicchessia.

Col movente ancora oscuro, nel caso del primo cittadino ci si potrebbe trovare, insomma, dinanzi a una semplice bravata, a un risibile danneggiamento (di fatto, il danno materiale è relativo), ma anche di fronte ad altro.

Sarebbe appena il caso di concentrarsi, pure solo per un momento, sull’ipotetica gravità del gesto. Cosa avrebbero dovuto fare al sindaco perché se ne fosse potuto parlare pubblicamente e immuni da critiche? Incendiargliela e non solo graffiargliela la macchina, puntargli un coltello alla gola?

Con tutto il rispetto possibile per i pur solidali ma innanzitutto “precisatori” politici, solo due considerazioni: siccome non è sicuro, ma solo possibile, si sia trattato di semplice azione vandalica, perché escludere a priori la pista politica, giacché non l’hanno esclusa, per ora, neppure gli investigatori?

E inoltre: quando si indica una eventuale matrice politica, non necessariamente ci si riferisce alle opposizioni. Si potrebbe, lato sensu, parlare di natura politica del gesto anche qualora autore ne fosse stato un cittadino per così dire deluso dall’attività amministrativa del sindaco e non necessariamente fomentato da chissà chi.

Per concludere, magari si ha tutti un po’ ragione, ma l’impressione è che si sia persa una ghiotta occasione per esprimere solidarietà incondizionata e, in tal modo, raggiungere gli obiettivi di: condannare il gesto in sé, poiché le auto, a chiunque essere appartengano, non si graffiano; stigmatizzare l’episodio di modo che, se non sia stato ritorsivo o intimidatorio, non ne possano essere commessi di simili in futuro anche o soprattutto per l’attenzione e il disprezzo che questo ha suscitato. O forse si è solo persa l’occasione di tacere.

 

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