La più classica delle porte chiuse in faccia, ma quando si tratta di salute quella porta fa ancora più male.
«Da giugno ad agosto, ogni santo giovedì, mi sono recata all’ufficio sanitario di Oria per sottopormi al Pap test, ma ogni santo giovedì, da giugno ad agosto, ho trovato l’ambulatorio chiuso».
La denuncia proviene da Marita D’Oria e da suo marito, Damiano De Michele, i quali dopo due mesi a pazientare, la pazienza l’hanno persa completamente e si chiedono come sia possibile un’anomalia del genere: «Perché si assicura un servizio sulla carta e quel servizio non viene poi effettivamente garantito? Siamo di fronte a un’indecenza colossale e ci siamo stufati di attendere per mesi: sempre chiuso, sempre chiuso».
Il Pap test è un esame importante, tanto che grazie a esso si può scoprire se le cellule alla cervice dell’utero siano sane o compromesse e, successivamente, comportarsi di conseguenza.
L’addetta allo sportello ha consigliato loro di prenotare l’esame, ma se ne parlerebbe a settembre. Troppo tardi, dopo un’attesa durata già più di 60 giorni.
E ora, prima di effettuare il test a pagamento, Marita e Damiano hanno deciso di raccontare la loro disavventura e di mettere quindi in guardia altre persone che da qui in avanti possano trovarsi nella loro stessa situazione.
«Noi per fortuna – dice Damiano – possiamo permetterci di ovviare a questa vergogna andando a pagare un privato, ma cosa succede a quelli che, contrariamente a noi, non se lo possono permettere?».