Di giochi di parole, con quel nome azzeccatissimo, se ne potrebbero inanellare a bizzeffe. Ma è un lavoro per simpaticoni che ci, e vi risparmiamo. Fatta eccezione per uno, inevitabile: a Campomarino, l’estate 2015, si passa al Fresco. Punto. È la novità dell’anno, e non solo perché inaugurato appena un mese fa. Il locale è fresco di nome, ma soprattutto di fatto. È fresco lo stile, freschi i locali, freschi quegli unici due colori, bianco e blu, che rilassano, leniscono, e sanno tanto di vacanza in un’isola greca.
Ma fresca è soprattutto l’intera concezione che sta dietro. Un modo di intendere l’accoglienza, il servizio e il rapporto con i clienti che è già stato sperimentato nelle estati passate col Planet 97 e che quest’anno, tra mille accortezze solo apparentemente casuali ma tutte volute, sapientemente studiate e frutto di una lunga esperienza, trova con al Fresco la sua definitiva sublimazione.
E te ne accorgi immediatamente, varcando il cancelletto di questo locale che si estende verticalmente su due piani come una bianca torretta da guardia, proprio di fronte al porto, appena fuori dalla piazza centrale. Ad accoglierti ci sono cinque nani da giardino – quelli di Biancaneve – gli altri due, se ti va, te li cerchi, visto che vagano di continuo e stargli dietro è un’impresa. Da qualche parte, accanto ai tavoli, c’è uno stendipanni. E si, ci sono pure i panni appessi con tanto di mollette. Ma niente paura, quelli sono i menù.
Giù si beve e si stuzzica. Dalla colazione all’aperitivo la gamma è vastissima. Per chi anelasse “‘na roba fresca” (sul menù-tovagliolo c’è scritto così) il locale offre spremute, succhi e granite oltre alle classiche bibite commerciali; ma anche “birrozze fresche”, “purcarie e mucamienti” come “pane ‘russatu” con olio, salse o affettati, “na spasa di frutta”, bevande “per palati fini” e “per palati mooooolto fini”, frutta e, perché no, “‘na cosa potente”: vedi superalcolici.
Ma non finisce qui. Perché “al Fresco” si può pure cenare. Basta salire qualche gradino. Dal terrazzo, al tramonto, la vista mozza il fiato. Lo sguardo abbraccia il mare da est a ovest, le spiagge, le centinaia di barche ordinatamente ormeggiate in porto, il centro di Campimarino brulicante di vita. Ma a godere non sono solo gli occhi. Dalle 19 in poi, davanti a quel panorama, si pasteggia con i piatti della masseria: panciotte, peperoni e cacio, cuore di fave e cicoria, polpette di carne, prodotti tipici, alette e cosciotti di pollo. Sorprendentemente squisiti – consigliatissimi – gli hamburger di carne, di pesce, o vegani. E poi le frise-pomodoro-olio-e-origano, le insalate, i carpacci, le crepes dolci e salate. Tutto, volendo, da annaffiare con un calice di “Calitro”, il vino rivelazione dell’anno, Gran Medaglia d’oro al Vinitaly 2015. Massima qualità e professionalità in un ambiente amichevole, quasi famigliare. Come a casa insomma. Ma al Fresco.
Redazionale