Ci sono una notiza buona e una cattiva. Anzi, no. Stavolta c’è solo una notizia buona. Nell’Italia delle tasse, dello Stato che spilla al cittadino soldi a ogni sbuffo di vento, a Oria si inverte una volta tanto il flusso di denaro: non più dalle tasche di Pantalone alle casse dello Stato, ma l’esatto contrario. Merito dei 32mila euro risparmiati nel 2014, rispetto al 2013, con la tassa sui rifiuti.
In cassa sono rimasti un bel po’ di quattrini, e dal momento che lo Stato non può per legge fare utili, quelle somme devono tornare inevitabilmente ai cittadini.
Della questione si parlerà giovedì prossimo, in occasione della seconda seduta del nuovo Consiglio comunale. E oggetto del contendere sarà la scelta della platea cui destinare il tesoretto, con un taglio proporzionale sulla prossima tassa sui rifiuti.
Le ipotesi sono fondamentalmente due. Da un lato c’è la possibilità di estendere l’agevolazione al 100 percento dei contribuenti. Che è molto democratico, ma anche molto trascurabile in termini di concreto vantaggio.
Riducendo infatti la tassa del 2,5 percento (di più non sarebbe possibile, facendo i conti con 32mila euro) una famiglia tipo andrebbe a risparmiare in un anno intero giusto qualche spicciolo: 2,5 euro, forse tre, forse quattro, ma niente che possa realmente incidere sul bilancio di una casa. Diverso sarebbe il risultato, invece, percorrendo la seconda strada al vaglio. Quella di ridurre il taglio della prossima tassa ai soli commercianti.
In questo caso, data la ristrettezza della platea, lo sconto potrebbe essere addirittura del 20 percento, con risparmi per gli esercenti oritani, tra i più colpiti dalla crisi, a due zeri. La scelta insomma, non sembra agevole. Ma è molto politica: dare una briciola a tutti o un tozzo di pane a pochi? Giovedì, forse, la risposta a questa sorta di dilemma.