La signora immortalata in questo filmato è originaria del Canada e qualche sera fa si trovava a cenare ad Oria in una nota trattoria del centro, a un tiro di schioppo da piazza Manfredi.
Di Oria le sono piaciute molte cose – dal borgo antico alle campagne al buon cibo – ma non ciò di cui parla, anzi si lamenta, nel video. In particolare, del rumore fastidioso che le ha impedito da una parte di godersi la cena, dall’altra di chiacchierare tranquillamente con i convitati.
«Please stop immediately», dice concludendo il suo personalissimo sfogo.
Si potrebbe aprire con questa testimonianza documentata e non fondata sul “si dice” – peraltro neanche l’unica di questo tenore – un costruttivo dibattito sul concetto di turismo o, meglio, di accoglienza dei turisti.
Stando a quello che dice questa signora, tutto quel rumore in piazza, dove gli esercenti fanno comunque quel che possono per sbarcare il lunario in questo periodo anche per loro così difficile, ai turisti non piace.
Siccome si parla tanto, pressoché da sempre, di una presunta o sognata vocazione turistica di Oria, probabilmente sarebbe il caso ora d’interpellarsi su cosa i turisti intendono per accoglienza, su cosa gradiscono e su cosa invece li infastidisce.
Dopodiché, magari, sarebbe appena il caso di trovare un compromesso su ciò che piace agli oritani – ammesso e non concesso che sia quello di cui si lamenta la turista ciò che agli oritani piace – e ciò che gradirebbero gli ospiti.
Solo in questo modo si potrebbe davvero e finalmente sviluppare un piano turistico degno di questa definizione e non un anelito al turismo che, forse pure per questi disservizi, pare destinato a rimanere sempre tale: un anelito da campagna elettorale o da ambizione amministrativa, appunto.
Infine, una domanda: questa signora, secondo voi, tornerà con piacere a frequentare la principale agorà cittadina e i, pur numerosi e di qualità, locali pubblici che in essa sono quasi incastonati?