Quattro anni di reclusione. E’ la pena inflitta dal Tribunale di Brindisi a Saverio Candita: il 27enne di Torre Santa Susanna, finito alla sbarra per rispondere dell’incendio doloso del 30 settembre scorso, ai danni del negozio “Pinco Pallino” di Francavilla , in via San Francesco D’Assisi. Ad appiccare il rogo, si sarebbe scoperto più tardi, fu il 28enne Antonio Rizzo, marito della titolare dell’attività data alle fiamme, con lo scopo di incassare il risarcimento grazie alla copertura assicurativa. Rizzo morì sotto quelle macerie. La deflagrazione dei vaporti sprigionatisi dal liquido infiammabile versato nel locale lo investì in pieno, uccidendolo sul colpo.
Secondo l’accusa, e ora anche secondo il Tribunale di Brindisi, Candita, difeso dall’avvocato Michele Fino, quella notte era con lui, con Rizzo. E per tale ragione, al termine del processo celebrato con rito abbreviato, è stato condannato questa mattina a 4 anni di reclusione per incendio doloso aggravato dalla tentata truffa e morte quale conseguenza di altro reato. Candita dovrà anche risarcire le vittime costituitesi parti civili: oltre venti proprietari di appartamenti danneggiati da quella deflagrazione, assistiti nel processo – tra gli altri – dagli avvocati Antonio Andrisano, Domenico Attanasi e Gianpiero Ignazzi.
Si conclude così, a otto mesi di distanza da quella tragica notte, il processo imbastito per fare luce su una vicenda che sconvolse un’intera comunità. Saverio Candita a differenza di Rizzo, riuscì a salvarsi, ma la fiammata che divamparono da quell’incendio lo raggiunsero provocandogli gravi ustioni su tutto il corpo. Furono proprio tali ferite a costargli l’arresto, giunto poche ore dopo la tragedia. Candita fu trovato dai carabinieri a Torre Santa Susanna, nel suo letto, fasciato dalla testa ai piedi. Gli fu consegnata l’ordinanza di custodia cautelare, e terminata la convalescenza fu condotto in carcere, prima di affrontare il processo, costatogli quattro anni di reclusione.
