Ha cercato di darsi fuoco. Si è cosparso dalla testa ai piedi di liquido infiammabile, ne era zuppo, e ha tentato di far scoccare la scintilla dell’accendino che stringeva in una mano. Pochi istanti di esitazione, un tentativo andato a vuoto, hanno aperto un sottile spiraglio che i poliziotti hanno sfruttato mettendo a rischio la propria incolumità. Gli sono saltati addosso riuscendo a strappargli sia la bottiglia piena d’alcol, che l’accendino. Salvandogli la vita. E’ accaduto tutto la scorsa notte, a Mesagne, nel piazzale antistante l’istituto tecnico commerciale Ferdinando. Qualcuno, pochi minuti prima, aveva segnalato al commissariato di polizia la presenza di un uomo in stato confusionale, che minacciava di suicidarsi dandosi fuoco.
Quando i poliziotti sono giunti sul posto indicato lui era lì, già pregno dell’alcol che si era vuotato addosso da una bottiglia che ancora stringeva in una mano. Nell’altra, l’accendisigari che minacciava di usare se solo gli agenti si fossero avvicinati. E loro lo hanno assecondato, cercando di portarlo alla calma. Mantenendo le distanze fisicamente, si sono avvicinati a lui con le parole, cercando di tessere un qualche dialogo, farlo sfogare, lasciarlo parlare di quel problema che lo aveva portato a tanto. Ma non è servito. Anziché calmarsi l’uomo ha cercato di attuare le sue minacce, azionando l’accendino. Gli agenti a quel punto non hanno esitato più un solo istante.
Si sono gettati sull’uomo riuscendo a strappargli l’accendino dalle mani e a bloccarlo. Rischiando a loro volta di essere investiti dalle fiamme. A quel punto, immobilizzato e reso inoffensivo, l’uomo ha spiegato le ragioni di quel gesto. Agli agenti ha spiegato che la moglie, residente fuori dai confini regionali, non gli ha mai permesso di vedere il suo bambino di appena 5 mesi. Un dolore per lui ormai insopportabile, tanto portarlo sull’orlo della disperazione. A un passo dalla fine. Una fine atroce, scongiurata dall’intervento di due angeli in divisa.
