Dieci anni di attesa, dieci anni di calvario, di dolore, di paura, ma anche di speranza. La speranza di trovare un donatore, qualcuno che le permettese di tornare a vivere quanto più “normalmente” possibile, con almeno un rene sano. Perché i suoi reni, entrambi, hanno smesso di funzionare correttamente da quando aveva poco più di 20 anni. E da allora, dal 2005, la sua vita, quella dei suoi genitori, dei suoi fratelli, è stata scandita dalla dialisi, dai ricoveri, e dall’estenuante attesa di ricevere quella telefonata. Che non arrivava e non è mai arrivata. E che ora, finalmente, non è più necessaria. Perché lei, che oggi ha 32 anni e vive a Francavilla Fontana assieme a suo marito, quel dono tanto atteso lo ha ricevuto. Nel modo più straordinario, e nel momento più drammatico possibile.
Il 27 maggio Anna (il nome è di fantasia) è stata operata a Bologna, nel policlinico “Sant’Orsola Malpighi”. Anche sua mamma è stata operata. Lei è entrata per prima in sala operatoria, uscendone quasi quattro ore dopo, con una cicatrice sul fianco, e un rene di meno, lasciato nelle mani dei medici. Quel rene era il dono per la sua bambina, la sua vita. Anna è stata operata poche ore dopo. L’intervento è riuscito. E ora sta bene. Dentro di sè porta e porterà per sempre una parte di sua mamma. Il dono più grande, che le permetterà di vivere una vita migliore, e avere dei figli. Ora che può. Grazie a lei, che per la secondao volta in 32 anni le ha donato la vita, e la possibilità di creare altre vite. A costo di un immenso sacrificio, al prezzo di perdere una parte del proprio corpo, pur di donaro alla sua bambina.
Ora quell’incubo durato 10 anni può dirsi finito. Anna e sua madre, il suo angelo, sono ancora ricoverate in ospedale, a Bologna, ma domanni faranno ritorno a Francavilla per iniziare una nuova vita, legate, se possibile, ancora di più. Un’incubo dal quale sembrava non potessero svegliarsi più. Da quando nel 2005 i problemi avevano cominciato a fare capolino, costringendo lei, poco più che 20enne, a ricorrere prima alla dialisi, poi alle lunghe liste d’attesa per ricevere un trapianto.
Determinata e in lotta per la sua stessa vita, Anna non si è mai arresa, ostinata ha tentato una nuova strada decidendo di effettuare nuovi consulti medici proprio presso l’ospedale bolognese. Ed è qui che si è scoperto, dopo una serie di iter medici, che vi era compatibilità tra la ricevente e un donatore, che si era reso volontario: sua madre. Grande gesto d’amore che solo una madre è in grado di compiere. Una parte di sé per salvare quella che resta sempre, nonostante il passare degli anni, una parte della propria vita, esempio di quel legame biologico mai scisso. Solo questo può il cuore grande di una mamma.
Federica Sternativo