Ebbene, nella notte sono stati coperti o strappati tout court i manifesti della “vergogna” regolarmente fatti affiggere ieri stesso, quasi in concomitanza con la pubblicazione del nostro articolo, dagli sconfitti “Erchie Progresso” (che ha sostenuto Ilaria Roma) e “Liberi e Forti” ( che ha sostenuto Domenico Margheriti) per stigmatizzare la condotta davvero poco elegante assunta dai vincitori, tra i quali la moglie-avvocato dello stesso primo cittadino.
Sulle responsabilità non sembra ci siano granché dubbi, poiché accanto a quelli strappati o ricoperti di vernice verde e bianca compaiono ancora – intonsi – i manifesti con i quali il Margheriti vincente e la sua coalizione ringraziano l’elettorato per il terzo mandato, di fatto consecutivo a eccezione del periodo commissariale seguito alla sfiducia nei confronti dell’allora primo cittadino, loro conferito.
Quegli altri, stamattina, hanno anche tentato di far affiggere nuovamente i manifesti, ma non c’è stato verso: oggi il Comune era chiuso per la festività patronale – Sant’Irene – e sono state date precise disposizioni all’ufficio affissioni di non aprire per alcun motivo al mondo la saracinesca.
«Al massimo, lunedì», è stato detto ai richiedenti. Solo che, proprio oggi, frotte di gente si sarebbero riversate per strada in occasione, appunto, della processione e avrebbero quindi potuto “ammirare” quel fotogramma in tutta la sua istintiva spontaneità e nello stridore del sacro accostato al profano, al profanissimo.
Cosa che non avverrà, dopo che la scorsa notte di quel manifesto, che si concludeva con un emblematico “Signori si nasce”, per le vie del paese non è rimasta traccia alcuna: Kaputt, tabula rasa. Tiè!
«Se il buongiorno si vede dal mattino – commenta l’ex assessore Francesco Mancini, esponente di Liberi e Forti – questo inizio non possiamo certamente considerarlo un buon inizio».