Alla fine, per sedare gli animi, sono dovuti intervenire i carabinieri. E’ l’epilogo di una violenta lite verificatasi la scorsa settimana all’ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana tra una dirigente del presidio e un dipendente. A denunciare l’accaduto è Giuseppe Lacorte, sindacalista Cisl, che ha informato dell’alterco l’Asl di Brindisi, chiedendo provvedimenti contro la dirigente “a tutela non solo del dipendente che sarebbe stato malmenato, ma anche del resto del personale”. Il sindacalista, nel riferire i fatti, sorvola su cause e premesse, arrivando dritto al nodo della questione.
Secondo quanto riferito da Lacorte sarebbero volate prima parole grosse, “espressioni scurrili e volgari”, poi il resto, col passaggio “all’aggressione fisica, con una modalità talmente violenta da provocare un malore ed il conseguente trasferimento al pronto soccorso dell’interessato”. Il contatto in realtà si sarebbe limitato a uno spintone dato dalla dirigente al dipendente, ma a quanto pare sufficente a richiedere l’intervento dei sanitari. E perfino l’intervento della magistratura.
“Se rispondesse al vero che il tutto sia già al vaglio dell’autorità giudiziaria – scrive il sindacalista Cisl – e che il direttore medico della struttura sia già convocato dalla stessa, noi ci rivolgiamo alla S. V. (la dirigenza dell’Asl, Ndr) non solo perché riteniamo sia il massimo responsabile anche del comportamento vessatorio ed illecito dei suoi dipendenti nei confronti di altri, ma anche per evitare ulteriori lesioni della personalità fisica e morale non solo del lavoratore in parola, ma di tutti i lavoratori costretti a subire atteggiamenti tali da prefigurare la condizione di bossing aziendale”.