In vendita su facebook il monumento forse più antico di Oria, l’appello: «Compri il Comune la chiesa di San Sebastiano»

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Schermata

C’è stato un tempo, all’inizio dei ruggenti anni ’80, in cui il Comune di Oria ha persino, timidamente, cercato di acquistarla o, meglio, di acquisirla al suo patrimonio. All’epoca, il Web era soltanto un acronimo d’impossibile decifrazione. I social? E chi se l’immaginava? Da quel 1981, quando alla fine tutto sfumò, di anni ne sono trascorsi 34, eppure l’antica chiesetta di San Sebastiano è ancora lì, privata e splendida ancorché sconsacrata e relegata a garage: coi suoi affreschi, il suo fascino che odora di storia nonostante alcune modifiche figlie degli anni e delle esigenze.

Oggi che il Web lo conoscono tutti e i social sono pane quotidiano, la chiesetta di San Sebastiano – per qualcuno databile 400 a.C. per altri 1.100 d.C. – è finita all’asta in un gruppo facebook:  “Vendesi locale sito in Via Annibale Maria di Francia (nei pressi del cinema Gassman) mq 90. Per info cell. 3339130xxx”, c’è scritto sul più social dei moderni social network.

L’anima si strugge, ma è tutto così ordinario da escludere ogni scandalo. Se non fosse che quel “locale” un locale non è, ma è semmai un monumento capace di tramandare con la sua stessa presenza solida e immpobile secoli, probabilmente millenni, di un passato così remoto da rischiare di essere persino dimenticato.

C’è poi chi, ed è il caso dell’Archeoclub Oria, chiede al commissario straordinario del Comune, dottoressa Pasqua Erminia Cicoria, di esercitare – a differenza di quanto accaduto nel 2008 per il castello – il diritto di prelazione d’acquisto accordato per legge allo Stato e agli enti locali. Sì, perché su quella chiesetta, che sorge lungo la strada vecchia per Torre Santa Susanna, sconosciuta ai più e le cui origini si perdono quasi nella notte dei tempi insiste un vincolo architettonico diretto sin dal 30 ottobre 1995.

Nell’area di San Sebastiano, si apprende dando una scorsa alla lettera indirizzata al Comune dal presidente dell’Archeoclub Barsanofio Chiedi, tra il 1856 e il 1858 fu recuperata un’iscrizione messapica su un masso di grandi dimensioni.

Al momento non esistono particolari dettagli storici, storiografici o archeologici circa le origini di quello che un tempo sarà sicuramente stato un importante luogo di culto e pellegrinaggio, come peraltro quelli che sorgono in prossimità dei cosiddetti crocicchi, ossia i crocevia tra un insediamento abitativo e produttivo, Oria, e un altro, in questo caso Torre.

Ciononostante, c’è chi si spinge a sostenere che quello sia addirittura uno dei più antichi monumenti oritani, se non proprio in assoluto il più antico.

Sarebbe finito nella disponibilità dei privati all’inizio del secolo scorso, più o meno in concomitanza con la permuta da parte del Comune tra il castello e palazzo Martini e da allora sarebbe passato di mano in mano, perlopiù quale lascito ereditario, fino a quando qualche giorno addietro l’attuale proprietario non ha deciso di metterlo in vendita sul noto gruppo di social-compravendite locali su fb “Anna Ca l’Acchi – Trovarobe”. Oggi, oggi, sulla fiancata che sorge in via Annibale Maria di Francia c’è un portone d’ingresso di quelli tipici delle autorimesse con su apposto tanto di passo carraio. L’entrata originaria sul lato corto che affaccia su un piccolo cortile sarebbe stata invece murata.

Colui che l’ha messo in vendita non ha esitato nel continuare a definire l’immobile, di sicuro pregio, come “locale”, anche a chi gli faceva notare come quello non fosse affatto un locale qualsiasi, ma per l’appunto una testimonianza storica come poche.

Un fatto che ha subito incuriosito i più, tanto che oltre all’Archeoclub si sono mobilitati anche alcuni altri utenti, con a capo Antonello Spina, i quali sempre su facebook hanno creato un gruppo intitolato “Chiesa di San Sebastiano – Oria”, che ha per obiettivo sensibilizzare le coscienze sull’importanza del monumento e chiedere una presa di posizione ai cinque candidati sindaco in corsa per le prossime, imminenti elezioni amministrative del 31 maggio. La domanda loro rivolta è semplice: «Cosa ne pensate? Secondo voi, si potrebbe esercitare il diritto di prelazione per far sì che la chiesa di San Sebastiano fosse finalmente inserita nel circuito turistico-monumentale che le spetta?».

Intanto, dall’archivio comunale spunta un interessamento, per quanto poi naufragato, dell’ente alla riacquisizione della chiesetta: era il 1981 e la spinta in tal senso provenne dal corpo di polizia municipale oltre che da una parte della politica. A supportare quest’interessamento anche uno studio affidato al professore Alvaro Ancora, uno studio e un interessamento rimasti però poi lettera morta ad ammuffire nei cassetti di palazzo di città…

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dippolito

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