Si è tenuto stamattina l’incontro tra il Prefetto di Brindisi Nicola Prete, Valeria Grasso, testimone di giustizia e Presidente dell’associazione “Legalità è Libertà”, e Letizia Giancola, referente dell’associazione “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”.
Il colloquio si è reso necessario per discutere della delicata situazione di Paride Margheriti, il giovane che ha denunciato i suoi usurai quasi 3 anni fa e da allora è vittima di continue intimidazioni e minacce di morte.
Il Prefetto assicura che non vi sono i requisiti per fornire ulteriore protezione a Margheriti, che la situazione è assolutamente sotto controllo e che Margheriti è già monitorato.
Margheriti andrà avanti nella sua battaglia con il suo avvocato, rivolgendosi al Ministero dell’Interno e alla Commissione Antimafia. Valeria Grasso e Letizia Giancola continueranno a fornire ogni supporto possibile affinché il suo caso possa giungere ad una conclusione e affinché venga garantita la sua incolumità.
«Nonostante le rassicurazioni del Prefetto Nicola Prete, continuo a ritenere che certe decisioni debbano essere ufficializzate. Ritengo necessario che le istituzioni debbano garantire maggiore serenità a chi trova il coraggio di denunciare. Inoltre sarebbe il caso di rivedere il metodo di assegnazione delle scorte in Italia, visto che i fondi sono purtroppo limitati e molti, tra cui gli ex parlamentari, usufruiscono dei sistemi di protezione senza essere in reale pericolo», afferma Valeria Grasso.
«Il Prefetto ci metta per iscritto che si è fuori pericolo – afferma Paride Margheriti, Presidente dell’associazione Antiracket-Antimafia – e si assuma la responsabilità di quanto è accaduto sinora e di quanto, si spera mai, potrebbe accadere se ne deve assumere la responsabilità. Surreale definire normalità una serie di minacce ed atti intimidatori subiti per due anni, specie da chi dovrebbe scendere al fianco dei testimoni di giustizia, ci si dovrebbe rendere conto che ci sono vite e persone dietro una denuncia, non numeri. La mia battaglia non è personale, ma di valore civile e di mentalità da cambiare, specie se insite nelle istituzioni che per prime dovrebbero tutelarci, affinché sia un invito, come sostiene anche Valeria Grasso, per la gente vessata non in grado di denunciare. Mi viene riferito di essere costantemente monitorato, ma unica tutela che mi risulta è una blanda sorveglianza, per il resto, a meno che non ci siano 007 a controllarmi, non mi risulta monitoraggio e tutela. A breve presenteremo istanza al Ministero e di audizione in Commissione Antimafia».