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Elezioni ad Oria, verso il rush finale tra presentazioni ufficiali e qualche schermaglia

 

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Si avvicina, e in molti non ne vedono l’ora, il 31 maggio quando Oria sarà chiamata alle urne non solo per l’elezione di presidente e Consiglio regionali, ma anche del sindaco e del Consiglio comunale. Il periodo comincia a farsi “caldo” tra presentazioni ufficiali di candidati e coalizioni, non mancando peraltro neppure qualche schermaglia tra gli opposti schieramenti. Sono cinque in tutto.

Quello con in testa Cosimo Pomarico, sostenuto da Nuovo Centrodestra e Movimento Autonomo Sociale, è quello più contiguo all’ultima amministrazione politica di Oria. Non a caso, lo stesso aspirante primo cittadino, nell’accettare la proposta di candidarsi rivoltagli dai vertici regionali e provinciali di Ncd, ha accennato espressamente all’intenzione di proseguire nell’a suo dire buon percorso di rilancio della città interrotto anzitempo lo scorso 17 ottobre a causa della sfiducia mossa nei suoi confronti da più della metà dei consiglieri comunali.

Subito dopo Pomarico, in tema di continuità con il recente passato amministrativo di Oria, si colloca la candidatura dell’ex vice di Pomarico: Claudio Zanzarelli, in quota Partito Democratico. Tumultuoso il percorso che alla fine ha condotto alla sua individuazione: dapprima la ricerca di un candidato ideale, poi di alleanze, poi il commissariamento del circolo da parte del segretario provinciale Maurizio Bruno, infine lo scommissariamento con annessa scomunica, la rinuncia da parte del “papabile” Cosimo Pescatore e dunque la discesa in campo di Zanzarelli. Con il segretario democratico Bruno che però ha apertamente sostenuto di sostenere un’altra candidata: Maria Lucia Carone (di cui si dirà sotto).

C’è poi il candidato del centrodestra Cosimo Ferretti, che persegue il bis dopo aver amministrato fino al 2010. Supportato da Forza Italia, Unione di Centro, Fratelli d’Italia-An, Movimento Regione Salento, Uniti con Ferretti, Identità e Coesione. In realtà, alcuni “pezzi” anche importanti di quella sua amministrazione sono oggi collocati altrove, dopo aver preso le distanze – a loro dire – rispetto a un certo modo di fare politica. Solo che Ferretti e i suoi, inneggiando a una ripresa reale per quanto concerne Oria, puntano dichiaratamente a ridare stabilità all’azione di governo mediante anche la candidatura di persone dal consolidato bacino elettorale. Lo stesso aspirante primo cittadino e già consigliere provinciale è, dal 2001 a questa parte, recordman assoluto di preferenze personali nella sua città.

La coalizione che sostiene Maria Carone detta Maria Lucia è invece composta da sole liste civiche: Cambiamo Storia, Oria è, Insieme per Oria e Legalità e Sviluppo per Oria. Non mancano all’interno di quella auto-definita Coalizione per il Cambiamento figure già presenti nelle passate amministrazioni, ma da esse apertamente dissociatesi. All’individuazione della Carone, già candidata sindaco di centrodestra nel 1997 contro l’allora sindaco uscente di centrosinistra Sergio Ardito (che vinse per una manciata di voti), ha portato un percorso articolato e a precise condizioni: nessuna ospitalità per i partiti tradizionali. Ha suscitato discussioni per questo motivo, nei giorni scorsi, la presenza nel corso della presentazione ufficiale al cinema Gassman del segretario provinciale Pd (oltre che sindaco di Francavilla e presidente della Provincia) Bruno, il quale ha dichiarato che sosterrà l’unica candidata che – a suo dire – può portare una ventata d’aria nuova in quel di Oria. Agli attacchi degli avversari aspirante prima cittadina e liste a lei collegate hanno risposto che in realtà la presenza di Bruno non era stata concordata e che il suo intervento ha avuto mero carattere istituzionale.

Quinto candidato sindaco è Raffaele Pesce, a capo del Movimento 5 Stelle: un soggetto politico nuovo che non vanta tra i suoi candidati vecchie glorie né meteore della politica locale e la cui aspirazione è “rivoltare Oria come un calzino” cambiandola nelle politiche sin qui adottate e non secondariamente negli uomini. I pentastellati sono stati i primi a presentare le loro donne e i loro uomini prima online, poi in piazza Manfredi poco dopo il deposito ufficiale delle liste avvenuto tra l’ultimo giorno di aprile e il primo di maggio. Anche da parte loro, sebbene si dichiarino meno propensi al dialogo rispetto ad alcuni che non ad altri schieramenti in campo, totale preclusione verso le alleanze elettorali, linea che dovrebbe restare ferma anche nel caso di ballottaggio.

A proposito di ballottaggio, considerata la frammentazione di questa tornata elettorale, l’ipotesi di un secondo turno (eventualmente in programma il prossimo 14 giugno) sembra altamente probabile. Ardua una vittoria al primo turno, sebbene soprattutto i principali contendenti si dicano ottimisti al riguardo.

Al di là delle incognite ballottaggio e disgiunto (preferenza al sindaco di una coalizione e al consigliere di un’altra), di un ulteriore aspetto bisognerà tenere conto per la prima volta in questa tornata: quali saranno gli effetti della doppia preferenza di genere? Nell’ambito della stessa lista, pena la nullità del voto, sarà infatti possibile scegliere sia un candidato consigliere uomo che una candidata consigliera donna.

A differenza della scorsa volta, ce la farà qualche quota rosa a conquistare uno scranno consiliare?

dippolito

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