Armati di rastrelli, ramazze, palette e sacchetti, quelli di Casapound hanno oggi pomeriggio fatto un blitz dei loro per ripulire dalla sporcizia le aiuole del Monumento ai Caduti di piazza Vittorio Emanuele II – di recente preda dei vandali, che hanno agito con delle bombolette spray – ma sono poi stati costretti a rinunciare a metà dell’opera per via dell’intervento della polizia locale dopo che avevano affisso uno striscione con su scritto: «1915/18 Ieri eroi – 2015 oggi vandali senza memoria». Nel frattempo, pare fossero piovuti anche insulti e provocazioni dagli avversari politici di sinistra.
L’azione di questo pomeriggio – fanno sapere dal movimento di destra – rientra in quelle del progetto “15-18 Italiani in trincea”, avviato su scala nazionale per ripercorrere dal 24 maggio al 4 novembre 2015 la storia e l’eroismo della Prima Guerra Mondiale in concomitanza con il suo centesimo anniversario. Oggetto dell’iniziativa odierna, la protesta contro lo stato di abbandono e degrado nel quale è lasciato il monumento commemorativo della Grande Guerra, deturpato da scritte e graffiti.
“Il nostro movimento – si legge nella nota diffusa da CasaPound Italia Brindisi – non può assolutamente accettare che chi gestisce questa città lasci nel totale degrado i simboli che incarnano la memoria della nazione e, pertanto, ha deciso di promuoverne il recupero. E’ offensivo che il monumento marmoreo realizzato in ricordo del sacrificio delle migliaia di giovani che persero la vita durante la Prima Guerra Mondiale per donarci una patria, resti abbandonato a sé stesso e diventi bersaglio di beceri graffiti”.
“Chiediamo al Sindaco e alla sua giunta – continua – di provvedere tempestivamente alla ripulitura dei marmi che compongono il Monumento ai Caduti e che si provveda alla pulizia dell’intera area circostante. E’ necessario, inoltre, che venga ripristinata una cancellata attorno al suddetto monumento per evitare che questo diventi nuovamente oggetto di deturpamento, vandalismo o luogo di bivacco di giovani annoiati”.
“Auspichiamo – conclude la nota di Cpi – che questa amministrazione celebri e faccia celebrare, attraverso una richiesta formale presso tutti gli istituti scolastici della città e della provincia, la data del 24 maggio 1915, giorno in cui l’Italia entrò in guerra contro le truppe Austro-Ungariche per restituire alla patria le terre redente del Trentino, del Friuli Venezia Giulia, d’Istria e della Dalmazia. Crediamo fermamente che nei momenti più bui della nazione sia fondamentale riappropriarsi della propria storia e dei simboli che la rappresentano”.
I protagonisti del blitz al Monumento fanno sapere di non avere in alcun modo toccato i marmi del Monumento, neanche per ripulirli, in quanto essi sono sotto la tutela della Soprintendenza.