Vedere e perfino avvicinare un “Tarabusino” non è cosa facile. Schivo e solitario, al punto da stare alla larga non solo dall’uomo ma anche dagli altri esemplari della sua specie, questo uccello dal becco lungo e sottile e dal piumaggio elegante, è di fatto – soprattutto a queste latitudini – un evento eccezionale. Per tale ragione il ritrovamento di uno di questi volatili, avvenuto a Oria questa mattina, rende il caso degno dei crismi dell’eccezionalità. La scoperta è stata effettuata da un contadino in contrada Santoro, nei pressi del santuario dei Santi Cosimo e Damiano.
L’uccello, stando a quanto ricostruito, è rimasto ferito all’occhio destro dopo essersi schiantato in volo contro un cavo dell’alta tensione.
Precipitato al suolo, e non più in grado di muoversi, il “Tarabusino” è stato tratto in salvo dall’agricoltore che ha immediatamente avvisato del ritrovamento la polizia municipale – chissà in quanti avrebbero dimostrato lo stesso senso civico – con il comandante Emilio Dell’Aquila che, accompagnato da una collega, ha preso in custodia il volatile portandolo presso il comando.
Qui ha ricevuto le prime cure, prima di essere affidato al Centro di Prima accoglienza per la fauna selvatica in difficoltà di Ostuni, nelle mani esperte di Paola Pino D’Astore.
Una volta rimesso in sesto – prognosi di un paio di giorni – sarà lasciato libero nell’Oasi protetta di Torre Guaceto e da lì, appena sarà in grado, potrà riprendere il volo verso le sue destinazioni abituali.
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