Nel 2011 era stato arrestato dai carabinieri e la sua foto segnaletica era finita nella cronaca degli organi d’informazione con tanto di striscia a coprire gli occhi. Solo che oggi il 43enne Oronzo Incalza, noto commerciante di Francavilla titolare del market “Super in” di via Gabriele D’Annunzio non aveva, secondo il giudice, mai manomesso il contatore né, quindi, rubato energia elettrica al gestore. Assolto per non aver commesso il fatto.
La notizia all’epoca suscitò clamore, oltre che per la notorietà dell’arrestato, anche in quanto Oronzo è figlio di Salvatore Incalza, presidente della locale associazione antiracket.
Oggi però il giudice monocratico del Tribunale di Brindisi Francesco Cacucci ha accolto le tesi esposte dai legali di Incalza – Giancarlo Camassa e Michele Fino – per i quali il loro assistito non si era mai reso responsabile di alcun furto.
Stando a quanto è stato accertato in giudizio, il commerciante non aveva manomesso il contatore dell’energia, in precedenza sostituito dall’Enel a seguito di un blackout originatosi proprio dall’impianto di Incalza il 21 luglio 2011.
Dopo un controllo da parte di tecnici il 28 settembre dello stesso anno, al titolare del market fu contestata la manomissione dell’apparecchio al fine di risparmiare sulla corrente: arrestato, Incalza fu rimesso in libertà dietro disposizione del magistrato. Da quel momento in poi si è sempre professato innocente e infatti questo è riuscito per fortuna a dimostrare.
In sostanza, il contatore che lo stesso gestore aveva installato a servizio dell’attività di Incalza non era nuovo, ma usato, e con tutta probabilità era stato alterato precedentemente o in ogni caso era tarato in maniera diversa.
Questo sono riusciti a dimostrare imputato e avvocati a processo, con anche una curiosità: dall’esame della documentazione è emerso che in questi anni Incalza ha anche pagato qualcosa in più rispetto al dovuto…
«Ero certo della mia estraneità ai fatti e l’ho sempre sostenuto – commenta comprensibilmente sollevato il diretto interessato – mi è dispiaciuto soltanto che qualcuno non ci ha creduto nonostante mi conoscesse da tempo e potesse quindi sapere che sono una persona onesta: diciamo che oggi mi sono tolto questo enorme macigno dallo stomaco e dalla testa, non è piacevole affrontare il giudizio della gente e un processo quando si sa con certezza di essere innocenti».