Questione di feeling. Leggasi: intesa. Gente giusta al momento sbagliato e gente sbagliata al momento giusto, probabilmente. Si può forse riassumere così, molto banalmente, l’epopea del Partito democratico nell’assolata e desolata landa di Oria, dove finanche un segretario provinciale-commissario cittadino di partito, seppure per una manciata di giorni, ha preferito smontare le tende: “Non c’è agibilità politica”, la spiegazione nuda e cruda dell’abbandono, sommesso, magari all’apparenza anche un po’ pilatesco, a margine di una semi-scazzottata con i vecchi, storici – se di storia si può parlare riferendosi a un quinquennio amministrativo – dirigenti del fu Pci, Pds, Ds, infine Pd oritano.
Scrive su fb il segretario ex commissario: “Con alcuni amici sosterremo la candidatura a sindaco della Carone”, laddove per “la Carone” s’intende la candidata delle liste civiche, colei che – dall’alto del suo curriculum, impermeabile ai terremoti politico-giudiziari del periodo – stavolta ha deciso: “Nessun partito a sostenermi, siano i cittadini, le liste civiche a sostenermi, sempre che vogliano”. E infatti a sostenerla non ci sono simboli nazionali, ma per ora solo: “Cambiamo stOria”, “Oria è” e “Insieme per Oria”.
Maria Lucia Carone, 66 anni, commendantrice della Repubblica, già direttrice generale dell’Istat e alta dirigente presso l’Ufficio Bilancio del Ministero dell’Interno, ha rifiutato la corte politica di Maurizio Bruno, segretario provinciale Pd, nonché presidente della Provincia, nonché sindaco di Francavilla Fontana, il quale però dalla personalità di Carone è rimasto colpito, quasi stregato. Politicamente, s’intende.
A tal punto che, pur essendosi visto respingere le sue avance, si è impegnato a sostenerne comunque la causa e le ragioni: “Con alcuni amici, mi sto impegnando ad appoggiare dall’esterno la dottoressa Carone, donna e professionista di sani principi e di assoluta competenza”, sentenzia Bruno, prendendo le distanze da quella gestione del partito, del suo partito, che in terra di Oria proprio non è di suo gradimento.
Se non
fosse ancora chiaro, si parla di un segretario provinciale di partito che si rifiuta di sostenere il proprio stesso partito. Bruno, insomma, non condividerà l’impostazione di Domenico D’Ippolito e Claudio Zanzarelli, qualunque essa sia, ma ha già scelto: il Pd che lo rappresenterebbe a Oria sta altrove, dalla parte cioè della candidata Carone, chiunque – dopo il rifiuto dell’ingegnere, già sindaco della città federiciana, Cosimo Pescatore – dovesse essere l’alfiere del Pd oritano.
Una situazione anomala, quasi kafkiana, ma tant’è: troppe le divergenze tra il vertice e la base, troppe le spaccature e i mugugni conseguiti agli ultimi anni di amministrazione e gestione partitica che a Bruno e ai suoi sono piaciuti e continuano a piacere poco e nulla.