Sequestro anticipato di beni mobili e immobili per un valore di oltre 500mila euro nei confronti di un affiliato Scu – già condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso – raggiunto dal provvedimento richiesto dalla Dda di Lecce, emesso dal Tribunale di Brindisi – ufficio misure di prevenzione, che ha applicato la normativa antimafia, ed eseguito dai carabinieri del Nucleo investigativo di Brindisi.
Il patrimonio appartiene o è riconducibile a Benito Clemente, 36enne nato a San Pietro Vernotico e residente a San Donaci, che ha perso la disponibilità di: due abitazioni, un locale deposito, un lastricato solare, due terreni agricoli, due auto (una Fiat 500 e un’Audi A3), un motociclo (Aprilia 850).
Sequestrati anche, sempre ai fini della confisca, 54mila euro in contanti che i carabinieri avevano trovato il 4 febbraio scorso proprio a casa di Clemente nel corso di una perquisizione domiciliare.
Le indagini hanno poi consentito di accertare una sproporzione tra redditi dichiarati e beni posseduti: dal 2004 al 2014 il nucleo familiare di Clemente ha dichiarato infatti poco più di 60mila euro, ma nello stesso periodo ha acquistato beni incompatibili con questa dichiarazione dei redditi. Dichiarazioni dei collaboratori di giustizia indicano inoltre Clemente quale appartenente al clan Scu dei “Mesagnesi”, gruppo Vitale.