C’è anche Dionigi Chionna tra le persone sottoposte a indagini nell’ambito dell’inchiesta – titolare del fascicolo il pubblico ministero Pierpaolo Montinaro della Procura di Brindisi – avviata dopo i fatti del 21 dicembre scorso, quando ai magazzini generali della frutta di Francavilla Fontana furono feriti a colpi di pistola lo stesso commerciante di 51 anni e i suoi due figli Pietro, di 27 anni, e Tommaso, di 24. Secondo le ricostruzioni dei carabinieri in forza alla compagnia della Città degli Imperiali, al comando del capitano Nicola Maggio, e dello stesso magistrato inquirente, Dionigi avrebbe per errore ferito uno dei suoi figli.
Sono otto in totale gli indagati e tra essi figura anche il presunto mandante di quell’agguato: il commerciante ortofrutticolo Giuseppe Rodia, che avrebbe – sempre stando al castello accusatorio – istigato la spedizione punitiva nei confronti dei Chionna. All’origine del fattaccio ci sarebbero stati peraltro futili motivi: un Fiat Fiorino di proprietà di Rodia – titolare di un box ai magazzini generali di fronte a quello dei Chionna – parcheggiato troppo a ridosso del box dei Chionna. Ne sarebbe nata un’animata discussione tra i Chionna e Rodia, con quest’ultimo che – offeso da quegli altri – si sarebbe rivolto a Carlo e Daniele Di Palmo per regolare i conti. Questi ultimi, attorno alle 10 di quel 21 dicembre 2014, sarebbero arrivati sul posto a bordo di due auto – un’Afa 147 e una Smart – insieme con Alfonso e Carmelo Ciracì, Pietro Di Summa e Nicola Giuliano, tutti oggi sotto indagine con l’accusa di lesioni aggravate e porto abusivo d’arma in concorso.
Stando ai risultati del quadro investigativo, i due gruppi si sarebbero dapprima fronteggiati a parole, poi sarebbe scoppiato il parapiglia generale, con Carlo Di Palmo che avrebbe colpito alla testa Pietro Chionna col calcio di una pistola. Sempre sul più grande dei fratelli Chionna si sarebbero poi accaniti a suon di calci e pugni i Ciracì, Di Summa e Giuliano. Nel frattempo, sempre Carlo Di Palmo avrebbe sparato alcuni colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di Dionigi Chionna, ferendolo al ginocchio sinistro e alla mano destra. L’altro Di Palmo, intanto, avrebbe invece colpito sempre alla testa e sempre con il calcio di una pistola Tommaso Chionna (finito in ospedale con una ferita al cuoio capelluto e una contusione sul volto: 8 giorni di prognosi).
Nella baraonda generale, Dionigi Chionna, armato di coltello, avrebbe invece ferito al collo suo figlio Pietro (oltre alle abrasioni sulla guancia sinistra e a un dito: 10 giorni di prognosi).
In ospedale, in condizioni decisamente più gravi, ci finisce anche Chionna senior: contusioni varie, ferite d’arma da fuoco al ginocchio e alla mano: 40 giorni di prognosi).
Gli autori dell’agguato, intanto, fuggono, ma il tutto era stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza installate nell’esercizio, grazie anche alle quali i carabinieri della compagnia di Francavilla e i colleghi del Nucleo investigativo di Brindisi, guidati dal maggiore Alessandro Colella, li hanno identificati tutti.
Daniele Di Palmo, tuttora ai domiciliari, si è consegnato ai militari sua sponte a ridosso del Capodanno dopo una latitanza di 10 giorni. Suo fratello Carlo, invece, è stato arrestato al mattino del 15 gennaio: si nascondeva in un casolare in contrada “Cantagallo”.
Le due pistole – la calibro 40 da cui partirono quattro spari e l’altra usata come oggetto contundente – non sono state mai ritrovate.