Caso Cittadella, querelò giornalista e direttore di Senzacolonne. Il giudice li proscioglie e processa lui per calunnia: “Scrissero la verità”

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La-foresteria-della-cittadella-della-ricercaIl tempo è galantuomo. E le querele sono  boomerang: soprattutto se lanciate contro il muro dei fatti, e col solo scopo di far credere alla pubblica opinione di aver ragione. Quello che segue sembra proprio uno di quei casi. Luigi Martucci, rappresentante legale di “Foresteria srl”, la società che ai tempi dei fatti gestiva la Foresteria presso la Cittadella della ricerca di Brindisi, nel 2012 decise di querelare il giornalista di Senzacolonne Emilio Mola e il direttore Gianmarco Di Napoli, per una serie di articoli inchiesta scritti sulla “strana” gestione della struttura, trasformata in un hotel. A suo dire quella ingaggiata dal quotidiano brindisino, anziché un’inchiesta giornalistica basata sui fatti, fu né più né meno che una campagna diffamatoria, e sulla scorta di tale convinzione diede querela ai due.

Un noto giornale online di Brindisi, sempre molto attento nel seguire con dovizia di particolari i procedimenti penali a carico dei colleghi, riportò notizia della querela, dimenticando però di raccontare l’epilogo del caso. Proviamo allora noi ad aggiornare i lettori interessati.

Il procedimento in oggetto si è concluso col proscioglimento sia del giornalista autore degli articoli Emilio Mola che del direttore di Senzacolonne Gianmarco Di Napoli. Ma non solo. La magistratura brindisina, preso atto della totale infondatezza delle accuse, ritenendo che Martucci abbia sporto querela sapendo benissimo che i fatti scritti su Senzacolonne corrispondevano al vero, ha deciso di procedere d’ufficio contro il querelante stesso Luigi Martucci, accusato ora di calunnia nei confronti dei due giornalisti. E per calunnia sarà processato, visto che il procedimento imbastito ha portato al rinvio a giudizio dell’indagato. Parti offese, ovviamente, Emilio Mola e Gianmarco Di Napoli.

Una delle prime pagine dedicate da Senzacolonne all'inchiesta su Cittadella e Foresteria
Una delle prime pagine dedicate da Senzacolonne all’inchiesta su Cittadella e Foresteria

Ma cosa scoprì e scrisse Senzacolonne in quella primavera del 2012, tanto da scatenare l’indignazione dell’ex accusatore e ora imputato? Semplicemente che i gestori della struttura, creata per dare alloggio alle aziende e agli utenti della Cittadella Ricerca (società pubblica non privata), trasformarono la Foresteria in un vero e proprio hotel, con tanto di nome: “Hotel residence foresteria dei congressi”; e di tariffario: da 60 euro in su. Prezzi stracciati insomma, tali da sbaragliare la concorrenza, e da provocare le ire dei veri albergatori di Brindisi e Mesagne, che sulla questione ingaggiarono una battaglia sia legale che amministrativa. La faccenda andò avanti per anni, fino a che alla guida della Provincia piombò Massimo Ferrarese, che rimise tutto apposto.

Massimo Ferrarese
Massimo Ferrarese

“Se oggi non subiamo più questa concorrenza sleale – spiegò a Senzacolonne Francesco Scianaro, ex tesoriere di Federalberghi – è perché Ferrarese ha fermato questo scempio. A noi i colori politici non interessano, ma gli va dato atto che sta facendo piazza pulita”. Pulizia da che? “Da quelli che stavano prima che permettevano a dei privati di utilizzare la Foresteria della Cittadella della Ricerca come se fosse un normalissimo albergo. Magari senza rispettare quelle norme e quei doveri che noi, veri proprietari di hotel, dobbiamo osservare”.

Ma non solo. In un secondo articolo Senzacolonne fece altri conti in tasca alla “Foresteria”, scoprendo che la società di Luigi Martucci era capace, alla stregua di Nostro Signore (versione profana, s’intende), di moltiplicare il denaro: 20 euro in 1000 euro. Come? Prendendo in affitto dalla Cittadella della Ricerca (ente pubblico) delle stanze al miserabile costo di 20 euro, e riaffittando le stesse stanze alle stesse aziende della Cittadella a 1.000 euro al mese, guadagnando così 980 euro al mese per ogni stanza.

Quella che segue è una parte dell’articolo giudicato veritiero dal Tribunale di Brindisi:

“Dossier in Procura. I numeri, le cifre, l’inspiegabile giro di denaro, è raccontato punto per punto nel dossier sulla gestione della Cittadella che il commissario liquidatore Antonio Andreucci depositerà a breve presso la Procura della Repubblica di Brindisi. La faccenda non ha direttamente a che fare con i presunti buchi scavati nei conti dell’Ente prima dell’arrivo di Massimo Ferrarese alla Provincia. Ma si annoda allo stesso filone. Di ombre, nel dossier, ne vengono proiettate a iosa. I conti non tornano più e più volte: ma la faccenda dei 20 euro tramutati in mille, è senza dubbio la più discutibile.

Andiamo con ordine. La Cittadella della Ricerca (ente pubblico e quindi dei cittadini) possiede una Foresteria, un piccolo ma grazioso e ben illuminato condominio composto da 80 stanze. Il 29 gennaio 2008 Cittadella affida la gestione di 75 delle 80 stanze in questione a una società privata che prende il nome di “Foresteria srl”, mentre 5 stanze le tiene per se. Per la gestione delle 75 stanze “Foresteria srl” paga a Cittadella della ricerca 1.500 euro al mese. Non a stanza, ma in tutto. Appena 1.500 euro per avere a disposizione 75 stanze (praticamente 20 euro ciascuna).

Ventiquattrore costosissime. Il 30 gennaio successivo (appena 24 ore dopo la sottoscrizione del contratto di locazione) Cittadella realizza all’improvviso di aver bisogno di altre 5 stanze, oltre alle 5 che le erano rimaste. Lo dice il presidente Vitantonio Gioia in una nota inviata alla Provincia. Spiega di voler destinare le stanze a titolo gratuito all’Università del Salento. Ma purtroppo non le ha più. Le ha cedute la mattina precedente a “Foresteria srl”. Come fare quindi? Semplice: basta chiederle in affitto alla stessa società. Che accetta, e presenta il conto: 3.750 euro al mese, Iva esclusa. Praticamente 1.000 euro ad appartamento. Così, le stanze che il giorno precedente Foresteria aveva preso in affitto da Cittadella a 20 euro al mese, vengono restituite a Cittadella per 1000 euro al mese. E le jeux son fait.

Ma c’è di più. Molto di più. Secondo quanto riportato nel dossier di Antonucci “Foresteria srl” paga (poco, ma paga) a Cittadella della Ricerca l’affitto di 900 metri quadri complessivi. Ma le 75 stanze in questione non coprono affatto 900 metri quadri: bensì 2.800. E se si aggiungo a questi l’area della struttura immobiliare effettivamente utilizzata da “Foresteria srl”, allora si arriva fino a 9mila metri quadri. Dieci volte di più.

Rimborso fantasma. Altro punto inserito sul dossier è la gestione della foresteria dal gennaio 2006 al marzo 2007. E’ il primo anno, dopo lo scioglimento del “Pastis”, che la società “Cittadella della Ricerca srl” prende in mano le redini dell’intero comprensorio. Ma non è chiaro chi sia a gestire la foresteria. Almeno sulla carta. Perché, nei fatti, sarebbe stata la solita società che la gestiva dal 1996: “Foresteria srl”, appunto. A testimoniarlo ci sarebbero le fatture emesse dalla società in questione alla Cittadella per la fornitura di pasti per il progetto Alenia: 13mila euro e rotti. Dal che risulta, osserva Andreucci, che la società “Foresteria srl” per l’anno 2006 ha utilizzato l’immobile senza oneri. Gratis.

L’altro giallo. La situazione di stallo, di incertezza – se così la si può definire – viene risolta nel 2007 con un atto di affidamento provvisorio che prevede l’assegnazione di 48 stanze a Foresteria srl. Le altre 32 restano nella disponibilità di Cittadella.

E qui, sorge un altro interrogativo. Se a Cittadella restano 32 stanze, per quale motivo quello stesso anno “Foresteria srl” si fa pagare da Cittadella anche l’affitto di stanze per una spesa complessiva di 51mila e 300 euro? Alla procura, il compito di dare qualche risposta”.

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