Ci sono alcune novità relative a una questione di cui ci eravamo occupati qualche mese addietro (leggi approfondimenti sotto), ossia quella del parco fotovoltaico di contrada Palombara, a pochi metri dalla chiesetta rupestre intitolata alla Madonna della Scala, a Oria, lungo la strada per Manduria. L’anno scorso, il blogger Franco Arpa (www.arpa-oria.com) aveva sollevato dubbi circa la regolarità di quell’impianto, dubbi normativi e di rispetto dei luoghi, informando dei fatti le autorità competenti, tra le quali anche la Procura.
L’Ufficio tecnico del Comune di Oria aveva poi emesso, il 3 ottobre 2014, un’ordinanza, firmata dall’allora responsabile Emanuele Orlando, nella quale si contestavano alla società Ge Fin Energy Oria Division Srl alcuni presunti abusi relativi a una recinzione dello stesso impianto.
La Società agricola D’Antona, in origine titolare del progetto e dell’opera stessa, assistita dall’avvocato Andrea Sticchi Damiani, ha quindi presentato ricorso al Tar Puglia – sede distaccata di Lecce contro Comune e Regione chiedendo l’annullamento di quell’atto e di ogni altro atto presupposto, connesso o consequenziale.
Il collegio dei giudici amministrativi (Antonio Cavallari presidente, Roberto Michele Pamieri, referendario ed estensore, Jessica Bonetto, refendario) ha, lo scorso 21 gennaio, accordato una sospensiva all’impresa ricorrente, in sostanza così motivandola: la Regione era stata fin dal principio, al momento della presentazione dell’istanza di realizzazione dell’impianto, informata dello stato della recinzione (mancante di due varchi utili a consentire il transito della fauna selvatica) e la Regione stessa non aveva imposto successivamente (nella determinazione numero 232/2010) alla Ge Fin Energy Division Srl alcuna specifica modifica. Di qui l’accoglimento della domanda cautelare e la fissazione dell’udienza per la trattazione nel merito del ricorso per il 22 aprile 2015.
Da parte sua, però, Arpa, che nella vicenda è contro-interessato, non demorde: nei giorni scorsi si è chiesto e ha chiesto a chi di competenza come mai nell’albo pretorio online del Comune non sia stata pubblicata la costituzione in giudizio dell’ente, se essa sia mai avvenuta. Domanda che si pone anche con riferimento alla Regione, altro ente interessato.
Nel frattempo, se il giudizio amministrativo sembra profilarsi in modo favorevole per la proprietà e la ex proprietà dell’impianto, non si hanno notizie circa eventuali risvolti penali connessi all’asserita violazione di un vincolo paesaggistico posto proprio a tutela dell’antica chiesetta rupestre della Madonna della Scala.
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