Si è chiuso con una piena assoluzione il procedimento penale a carico del comandante dei vigili di Oria Emilio Dell’Aquila, denunciato dal consigliere comunale Antonio Farina a margine di un acceso battibecco scoppiato fra i due poco prima della seduta delle Assise civiche del 4 settembre del 2012. Il capo della polizia locale, accusato di calunnia, aveva optato per il rito abbreviato – allo stato degli atti, evitando il dibattimento – poi celebrato dinanzi al gup Paola Liaci. E oggi, a due anni e mezzo da quell’episodio, è giunta la sentenza di assoluzione a favore del comandante dei vigili.
Vicenda chiusa? Neanche per sogno. Per quello stesso alterco il consigliere Farina fu a sua volta denunciato da Dell’Aquila per oltraggio a pubblico ufficiale e minaccia, e dovrà affrontare il dibattimento dopo l’imputazione coatta chiesta dal gip Valerio Fracassi e formulata dal pm Nicolangelo Ghizzardi.
Farina, stando a quanto si legge nel provvedimento, «offendeva l’onore, il decoro ed il prestigio di Dell’Aquila Emilio, comandante dei vigili urbani di Oria, in danno del quale minacciava altresì ingiusti danni, pronunciando al suo indirizzo la seguente frase “tu non sai quello che ti deve capitare per questa cosa perché io sono un consigliere comunale e ti farò vedere io chi sono” assumendo un atteggiamento aggressivo e minaccioso e ciò faceva solo perché il Dell’Aquila lo aveva invitato a scendere dal davanzale della finestra di uno dei locali dell’ufficio della polizia municipale sul quale era seduto muovendo i piedi ed imbrattando il muro».
I fatti risalgono al 4 settembre 2012, quando per l’appunto si attendeva che iniziasse la seduta delle assise. Diversi consiglieri, tra i quali Farina, sostavano nel piazzale del municipio, quando arrivò in sella al suo scooter privato il comandante Dell’Aquila. Questi trovò Farina – tra i due non correva buon sangue già da tempo – poggiato nei pressi della finestra del comando della polizia municipale e gli intimò di spostarsi. Farina si rifiutò e disse a Dell’Aquila che in quel piazzale non era consentito circolare con i veicoli privati. Volarono parole grosse, poi i due contendenti ridussero la distanza di sicurezza e furono divisi da alcuni consiglieri comunali e cittadini presenti, che per un po’ sedarono gli animi surriscaldati.
La scena fu immortalata dalle telecamere, poste proprio in corrispondenza del comando dei vigili, le cui immagini poi finite tra i documenti della denuncia, anzi delle denunce: la prima, dello stesso giorno, la sporse Dell’Aquila nei confronti di Farina per minaccia e oltraggio; la seconda, qualche giorno dopo, la formalizzò Farina nei confronti di Dell’Aquila per calunnia. Nel mezzo, un’intemerata di Farina all’indirizzo di Dell’Aquila nel corso del Consiglio comunale immediatamente successivo a quell’episodio. Assise durante le quali, tra i nasi arricciati dei colleghi, il consigliere accusò il comandante di essere un prepotente e di rappresentare tutt’altro che il principale tutore della legalità cittadina.
In un primo momento, il pm Ghizzardi aveva chiesto l’archiviazione nei confronti di Farina e la citazione diretta a giudizio per Dell’Aquila, ma il gip Fracassi – ascoltate le parti in camera di consiglio il 31 ottobre 2013 – ha deciso di ribaltare, di fatto, la situazione chiedendo l’imputazione del consigliere poiché: «La richiesta di archiviazione non può essere accolta in quanto la visione dei filmato sulla base delle indicazioni fornite dalla difesa del denunziante, unitamente alle fotografie ed all’altra documentazione prodotta, avvalora la tesi del Dell’Aquila e, in ogni caso, rende opportuna una verifica dibattimentale delle tesi contrapposte considerato che per gli stessi fatti risulta essere stata disposta la citazione a giudizio». Ragion per cui, il 24 settembre prossimo, consigliere e comandante chiariranno le proprie tesi di fronte al giudice monocratico del tribunale di Brindisi Geneantonio Chiarelli.