Alla fine lo scontro interno all’associazione di volontariato “Antonio Bianco” di Torre Santa Susanna si è risolta con un’epurazione: quella di Giovanni Bianco, tra i fondatori del gruppo di protezione civile, al cui figlio scomparso tragicamente anni fa è intitolata la stessa associazione. Giovanni Bianco è fuori. Suo fratello Pietro è dentro, nel comitato direttivo che ha sancito l’espulsione. Alla base della cacciata – si apprende – l’ormai insanabile frattura sorta attorno a nodi cruciali quali la trasparenza sulle attività, sui conti e dunque anche sugli eventuali emolumenti destinati ai soci, il cui principio cardine è o dovrebbe da sempre essere l’attività di volontariato.
I dissapori, che negli ultimi mesi hanno scavato l’associazione sotto traccia come un fiume carsico, sono venuti alla luce in tutta la loro drammaticità a metà gennaio, nel corso di un’accesa riunione. Al centro dell’incontro, ancora una volta, la scelta di innalzare a 30 euro il costo della quota associativa. Da una parte Pietro Bianco e il gruppo dirigente, deciso a deliberare a favore del rincaro. Dall’altra Giovanni Bianco, inamovibile dalla sua posizione, contraria a qualunque innalzamento del prezzo. In quell’occasione volarono accuse, parole, grosse, il clima divenne incandescente tanto che lo stesso Giovanni Bianco, colto da malore, fu soccorso dal personale del 118.
Da allora la distanza tra i due fratelli e le due fazioni non si è più ridotta. Anzi, nelle ultime ore si è perfino allargata, fino a rendere impossibile ogni riconciliazione. L’ultimo atto è di questi giorni. E sancisce la fine di un’era. Giovanni Bianco, su decisione del direttivo, è stato espulso dal gruppo. Restano ora da capire gli sviluppi della vicenda. Accade spesso che da una propaggine persa nasca una nuova associazione. A Torre se ne contano già cinque. Chissà che non ne nasca una sesta. Ma l’incognita maggiore è un’altra: che ne sarà di quel nome, “Antonio Bianco”? Antonio Bianco era il figlio dell’epurato Giovanni, che difficilmente si arrenderà. Accetterà che l’associazione continui a esistere con quel nome? E inoltre: è stata legittima la decisione assunta dal direttivo? A partire da questi interrogativi si svilupperà il confronto nei prossimi giorni e nei prossimi mesi.