In casa gli hanno trovato più di 23mila contatti: per lo più numeri di telefono e profili facebook di ragazzini, perfino di un bambino di 12 anni. Fra questi, un adolescente della provincia di Brindisi (omettiamo il nome del Comune). Li adescava con messaggini, prima amichevoli, poi via via più confidenziali, pretenziosi, scabrosi. Con la scusa del fisico chiedeva ai giovani foto dei loro addominali, poi, una volta più in confidenza, si spingeva a organizzare appuntamenti.
Riuscendoci, pare, in qualche caso, e offrendo in cambio denaro, vestiti, profumi e ricariche telefoniche. Per questa ragione i carabinieri di Rimini hanno tratto in arresto un 30enne per possesso di materiale pedopornografico, atti sessuali con minori, prostituzione minorile. Le indagini sono partite nel 2013, quando i genitori di una delle vittime del pedofilo, scoperto il tentativo di adescare il figlio, denunciarono tutto ai carabinieri.
Pochi mesi dopo, l’inchiesta coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Bologna portò a una prima perquisizione domiciliare in casa del 30enne, durante la quale gli investigatori sequestrarono computer e telefoni, all’interno dei quali sono state trovate migliaia di prove dell’attività criminale condotta dall’uomo. Nonostante l’inchiesta in corso e il divieto di avvicinare minorenni, pare che l’indagato abbia continuato ad ascare giovani vittime, arrivando ad abusare di un minore incontrato a Lecce. Da qui l’arresto disposto dal gip presso il tribunale del capoluogo salentino.
Controlli intensi di polizia, carabinieri e guardia di finanza tra Oria e Latiano: donna disponeva di molta droga, arrestata. Raffica di sanzioni
Nella giornata di ieri, venerdì 22 novembre, a Latiano e Oria, è stata effettuata una incisiva attività di prevenzione e repressione dei reati, con un potenziamento