Lei l’hanno chiamata “Fortunata”. E non poteva essere altrimenti. Fortunata nell’essere scoperta casualmente a un passo dall’ipotermia tra le acque melmose del canale Reale, fortunata nel trovare i volontari della Lega nazionale per la difesa del cane, fortunata nell’essere soccorsa da una squadra di vigili del fuoco che non ha risparmiato energie e impegno pur di salvarla. Ora lei, cagnetta di media taglia, sta meglio.
Ha ricevuto tutte le cure del caso, e ora è accudita e coccolata dai volontari della Lega per la difesa del cane guidata dalla tenace Anna Cannalire. Chi purtroppo non ha avuto alcuna possibilità è stato un altro cane, che era a pochi passi da lei: un pastore Maremmano trovata con un buco in testa, forse provocato da un colpo d’arma da fuoco. Difficile, impossibile risalire all’identità delle bestie (loro sì, bestie) responsabili di una simile atrocità.
A scoprire il tutto e lanciare l’allarme è stata nel tardo pomeriggio di giovedì una ragazza di Francavilla, che percorrendo contrada Saponara facendo jogging nei pressi di una cava, è stata attirata da un lamento, un guaito. Affacciatasi dal ponte che sovrasta il prolungamento del canale Reale, tra le canne e la melma, ha scorto sia il pastore Maremmano ucciso, sia l’altra cagnetta. Questa sembrava morta, immersa con tutto il corpo nel fango tranne la testa, ma la giovane non ne era certa. Così ha preso una bastone, lo ha allungato fino a toccarla ed è lì che la bestiola ha risposto guaendo e muovendo la testa.
Immediatamente la giovane ha avvertito la polizia municipale, che una volta sul posto ha chiesto l’aiuto dei volontari della Lega nazionale per la difesa del cane. Quando Anna Cannalire è giunta sul posto, ha capito che da sola e senza mezzi non ce l’avrebbe mai fatta: troppo elevata l’altezza, troppo impervia la zona. Ed era già tarda sera. Il mattino successivo alle 8 è partita la chiamata ai vigili del fuoco.
E questi, alle 8 e 10, erano già sul posto. Per salvare quella cagnetta in fin di vita hanno dato fondo a tutta la loro professionalità: si sono calati fra i canneti, nella melma, si sono fatti spazio per raggiungerla. “Il recupero – racconta commossa e grata Anna Cannalire che ha assistito al salvataggio – è stato fatto con una delicatezza e una cura che hanno dell’incredibile”.
Alla fine l’anonima cagnetta ce l’ha fatta. Ora ha anche un nome, “Fortunata”, e il calore dei volontari a riscaldarla. Resta l’amarezza per quanto accaduto. Per quella bestialità tutta umana contro la quale non sembra esserci alcuna cura.
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