L’opinione: «Il 12 gennaio a teatro si parla di foibe, facciamo luce su questo dramma nazionale oscurato dalla Storia»

foibedi Andrea Saracino

La passione per la Storia e la voglia di conoscerla tutta senza pregiudizi mi ha portato fin da piccolo ad appassionarmi in maniera naturale di alcuni fatti che hanno colpito da vicino il nostro Paese. Troppo spesso però mi sono scontrato con la mannaia della “censura” che vuole relegate alcune pagine della nostra Storia nel dimenticatoio del tempo che passa.

Un giorno però, con stupore, ho letto che nella mia città, Francavilla Fontana, nel programma teatrale organizzato dal Comune, ed in particolare il 12 gennaio (e non il 13 come inizialmente stabilito, NdR), era incluso lo spettacolo di Simone Cristicchi “Magazzino 18” e un brivido mi ha percorso.

magazzino 18 cristicchi
La locandina dello spettacolo

Magazzino 18, infatti, parla proprio di uno dei periodi più oscuri della nostra Storia recente, svoltosi nell’immediato dopoguerra nelle regioni di Venezia Giulia e Dalmazia, parla cioè della tragedia dell’esodo istriano del ’47 e del terribile dramma delle Foibe.

Lo spettacolo di Cristicchi mette il dito nella piaga: egli non risparmia nessuno, ma la verità non manca di rispetto, anzi invita al superamento degli steccati ideologici. Solo così potremo diventare una nazione degna del suo grande passato. Cristicchi parla quindi di una verità che per troppo tempo e, ahimè ancora oggi, si vuole nascosta.

Vi chiederete come mai nei libri di storia delle scuole medie, superiori e università non sono citati questi avvenimenti e queste stragi, ma la risposta è tanto facile quanto incomprensibile. Difatti il periodo seguente alla seconda guerra mondiale è stato un periodo prevalentemente anti-fascista e anti-nazista, che era mirato soprattutto a denunciare ciò che era accaduto nei campi di concentramento in Europa, colpevolizzando quindi tutta l’attività fascista e nazionalsocialista avvenuta precedentemente.

E’ “ovvio”, quindi, che non potevano essere messi in evidenza, o ricordati, quei fatti che potevano essere sconvenienti a tutti i comunisti, socialisti o comunque a tutte quelle persone che avevano ideali anti-fascisti, e proprio per questo si è preferito tacere e nascondere tutta la verità con grande vigliaccheria per più di cinquanta anni.

Molte persone attendono ancora che venga fatta giustizia e tra queste, oltre a NOI ITALIANI di buon senso, anche moltissimi familiari degli “infoibati” che vedono ancora oggi l’indifferenza più assoluta delle autorità competenti.

Invito quindi chi, oltre ad essere un semplice appassionato di teatro, ha ancora la voglia e il desiderio di conoscere la nostra Storia, ad assistere allo spettacolo in programma presso il Teatro Italia il prossimo 13 gennaio, data peraltro limitrofa alla giornata del ricordo fissata, con colpevole ritardo, per il 10 febbraio di ogni anno e mi auguro che questo evento possa costituire il pretesto per scuotere alcune coscienze rimaste intorpidite dall’odio e dalla faziosità politica e per poter iniziare, anche a Francavilla Fontana, a parlare e discutere, anche e soprattutto nelle scuole, del dramma degli esuli istriani e delle Foibe.

Un mio personale plauso va quindi a chi ha avuto il coraggio e l’onestà intellettuale di inserire nel programma teatrale un argomento ancora così combattuto e scomodo per molti e chiudo lanciando una sfida all’amministrazione comunale affinché, già in vista del prossimo 10 febbraio, voglia spendere le proprie forze per organizzare eventi commemorativi coinvolgendo la comunità civile e i ragazzi delle scuole.

Ringrazio, infine, chi avrà la pazienza di leggere queste righe che, forse, sono soltanto lo sfogo di chi, negli anni degli studi e ancora oggi, ha dovuto documentarsi autonomamente su fatti che hanno riguardato numerosi italiani come noi che nei cuori, nelle menti e nei ricordi di alcuni sono vivi più che mai.

*Avvocato, appassionato di Storia 

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