Saldi cominciati, ma le fregature sono dietro l’angolo: pochi, semplici consigli per difendersi

saldi ff

di Marina della Corte*

Sono iniziati venerdì i saldi invernali 2015.

L'avvocato Marina della Corte, responsabile Unione Nazionale Consumatori per la provincia di Brindisi
L’avvocato Marina della Corte, responsabile Unione Nazionale Consumatori per la provincia di Brindisi

I negozi al dettaglio del centro cittadino non sono stati presi d’assalto, come invece i negozianti speravano, registrando un calo del 7 per cento delle vendite rispetto allo scorso anno.

I consumatori sono orientati alla massima cautela e, prima di effettuare compere, si aggirano per le strade dello shopping, osservano le vetrine e confrontano i prezzi. Indubbiamente la crisi economica ha imposto una sensibile riduzione del budget messo a disposizione per fare acquisti in saldo, inducendo i consumatori a prestare maggiore attenzione.

Le previsioni su base nazionale – confermate anche a livello locale in questi due giorni di inizio saldi – dicono che ogni famiglia spenderà in media 330 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature e accessori, che si confermano tra i beni più venduti in periodo di saldi.

Onde evitare spiacevoli sorprese, l’associazione Unione Nazionale Consumatori diffonde qualche prezioso consiglio per gli acquisti in saldo.

Suggerisco pertanto di tenere bene a mente qualche rapida regola per evitare che i consumatori – soprattutto i più giovani – cadano in tranelli e raggiri presi dalla frenesia delle compere.

Innanzitutto, bisogna conservare sempre lo scontrino: i capi in svendita si possono cambiare!

Secondo quanto previsto dagli art. 130 e seguenti del Codice del Consumo (decreto legislativo numero 205 del 2006), una volta denunciato il difetto del bene, i negozianti sono tenuti, per legge, ad eliminare tale difetto ovvero a sostituire il prodotto o, infine, a rimborsare il prezzo, qualora riparazione e sostituzione non siano possibili. Pertanto, se il cambio non è possibile perché ad esempio il prodotto è finito, si ha diritto alla restituzione dei soldi, non a un buono.

Molti consumatori lamentano il finto sconto: è abbastanza diffuso il malcostume di “riprezzare” il prodotto in saldo, evidenziando uno sconto che, in realtà, non è mai stato applicato. Accade spesso che, ad esempio, se prima di Natale un paio di jeans costava 69 euro, ora il prezzo pieno (cioè non scontato) è diventato di 89 euro, cosicché applicando un “finto” sconto del 30%, quello stesso paio di jeans viene a costare 69 euro in saldo! Pertanto, è consigliabile ricordarsi (se possibile, addirittura, fotografarlo) il capo che interessa e il suo prezzo “pieno”, cioè quello antecedente ai saldi, per capire lo sconto realmente applicato.

Le vendite devono essere davvero di fine stagione, il che significa che in periodo di saldi gli scaffali dei negozi devono contenere la merce venduta nella stagione che sta per terminare e non fondi di magazzino: una spia di allarme per evitare la truffa in agguato è quella di prestare attenzione ai negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dell’inizio dei saldi e che si sono poi di colpo riempiti con l’inizio degli saldi applicando, per giunta, sin da subito, uno sconto pari o superiore al 60 per cento.

Sarebbe opportuno, poi, controllare che la merce in saldo sia separata e ben individuabile rispetto a quella a prezzo pieno e preferire i saldi di articoli venduti in pochissimi numeri e taglie, che sono quelli più seri e generalmente i più convenienti, in quanto si tratta di residui di cui il negoziante si vuole sicuramente disfare.

Infine, occorre prestare attenzione alle etichette, sia quella di origine che ci permette di risalire al produttore, sia quella di contenuto che garantisce la composizione del prodotto e le modalità di lavaggio o pulitura e diffidare dai capi di abbigliamento che possono solo essere guardati e non anche provati, benché sia a discrezione del commerciante consentire o meno di far provare la merce.

In caso di “bidone”, il consiglio resta quello di ottenere tutela rivolgendosi all’Ufficio comunale per il commercio, ai vigili urbani e ai nostri sportelli.

*Avvocato, responsabile Unione Nazionale Consumatori provincia di Brindisi

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