Si riceve e pubblica:
Non conosco il dottor Pasqualone, e non dubito delle sue qualità professionali che sicuramente saprà mettere al servizio della Sanità brindisina, ma il dietrofront della Giunta regionale sul nominativo di Domenico Lagravinese, addirittura dopo che agli organi d’informazione ne era stata comunicata la designazione, costituisce la prova provata di quanto sia stata, e tutt’ora sia, di basso conio l’idea di Politica sanitaria della Regione Puglia a guida vendoliana.
E peraltro, una Regione che si permette il lusso di cambiare ben cinque assessori regionali alla Sanità nel corso di una sola legislatura, o è governata da dementi o da soggetti in malafede. Un dato, intanto, è certo: tutte le belle parole sulla Politica che deve stare fuori dalla Sanità sono state smentite da quest’ultima imbarazzante vicenda che ha visto calpestata la dignità personale e professionale di figure altamente qualificate, ha visto prevalere il gioco delle fazioni, dei particolarismi e dei veleni. In poche parole, una vicenda che ha sporcato, forse irrimediabilmente, l’immagine della Sanità pugliese, oggi più che mai gestita da una classe dirigente per molti aspetti incapace, per altri incompetente, per altri ancora afflitta da un dilettantismo cronico di cui vi è traccia nelle grandi questioni relative alla sanità pubblica pugliese che nel corso di questi ultimi cinque anni si sono ulteriormente aggravate anche a causa dell’approssimazione, della superficialità e del pressapochismo di una burocrazia regionale non di rado non all’altezza della situazione, ma sempre arrogantemente autoreferenziale, così come denunciato l’altro ieri da Tommaso Fiore.
Al dottor Pasqualone vanno comunque i migliori auguri di buon lavoro, nella consapevolezza che la penosa vicenda di cui egli è stato incolpevole coprotagonista non gli agevolerà l’arduo compito a cui è stato chiamato, anche perché una Politica attenta non potrà derubricarla in una sorta di ravvedimento operoso da parte dell’avvocatura regionale. Ma, al contrario, vorrà comprendere quali siano gli elementi nuovi emersi dopo un conclave giuridico durato (si dice) otto/nove ore, alla fine del quale la tesi dell’incompatibilità è stata cassata.
Resta una brutta pagina (l’ennesima) della Sanità pugliese. E il responsabile resta sempre lui: quel Niki Vendola che proprio sulle ipotesi di rilancio della Sanità pugliese costruì le sue fortune politiche, anche nazionali.
Euprepio Curto
Consigliere regionale