«Signori, questa seduta è illegittima, non c’è il numero legale: tanti auguri e buon lavoro».
L’ha detto con orgoglio e dall’alto della sua esperienza trentennale nelle assise di Francavilla, prima che ieri mattina cominciasse la seduta, il consigliere comunale Luigi Vitali di Forza Italia. Ma ha, suo malgrado, preso un abbaglio: il nuovo regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale – approvato dal commissario prefettizio Mariarita Iaculli – prevede all’articolo 45 terzo comma che, in seconda convocazione, debba essere presente almeno un terzo dei consiglieri (sindaco compreso). E, quando Vitali ha preso la parola, di consiglieri ce n’erano 12: non un terzo, ma addirittura la metà dell’intero consesso. Difficile l’ipotesi di un semplice errore di calcolo, molto più probabile una distrazione o – più clamoroso – un caso di ignorantia legis. Che, come noto – e l’avvocato Vitali lo sa bene – non excusat, non scusa, non giustifica alcuno.
Ha insomma toppato, l’esperto consigliere, anche commissario provinciale di Fi, insieme con chi gli ha dato credito e l’ha seguito accomodandosi fuori. Tanto che poi l’intera minoranza è tornata alla chetichella nell’aula consiliare accampando una presunta diversa interpretazione o, meglio, un’anomalia presente nel regolamento stesso, da chiarire – questo l’auspicio esposto – in sede di commissione per la modifica dello Statuto e del regolamento (presidente Domenico Attanasi).
In sostanza, secondo l’opposizione, non sarebbe giusto che tanto in prima quanto in seconda convocazione sia sufficiente la presenza di un terzo dei consiglieri perché la seduta risulti valida. La proposta di revisione punterebbe dunque a innalzare alla metà più uno il numero legale per la validità della seduta in prima convocazione, lasciando invariato il quorum di un terzo per la validità delle deliberazioni e anche il numero legale, sempre di un terzo, per la seconda convocazione.
Il segretario generale, Antonio Bianchi, dopo l’abbandono dell’aula da parte della minoranza, ha ieri però tagliato corto limitandosi a leggere testualmente la parte “incriminata” della normativa locale: «Nell’adunanza di seconda convocazione, le deliberazioni, sono valide purché intervengano almeno un terzo dei membri del Consiglio compreso il Sindaco». Al di là degli errori di grammatica, il dettato regolamentare appare chiaro e al riparo da disquisizioni dottrinali di sorta.
Circostanza, questa, che al pari della prosecuzione dei lavori conferma la tesi dell’errore da parte di chi – anticipando sarcasticamente il momento degli auguri natalizi – aveva creduto o sperato di far slittare un’importante seduta del Consiglio e di far rimediare una figuraccia alla maggioranza. L’effetto boomerang no, non l’aveva considerato.
El. Zanz.