Non sembra aver portato granché bene la città di Francavilla Fontana all’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, travolto assieme ad altri politici (di destra e sinistra) nella maxi inchiesta denominata “Mafia Capitale”. Un calderone di intrecci fra affari, politica e criminalità, che una volta scoperchiato dalla magistratura ha portato a galla nomi eccellenti dei palazzi che contano, fra i quali appunto quello di Gianni Alemanno. E proprio Alemanno, dirigente di spicco di “Fratelli d’Italia”, è stato ospite d’eccezione lo scorso 14 novembre a Palazzo Imperiali, per un incontro fra maggiorenti del partito e iscritti. A fare gli onori di casa, tra gli altri, l’ex candidato sindaco Michele Iaia e l’ex senatore Michele Saccomanno.
Durante quell’incontro, tenutosi a Palazzo Imperiali, l’allora inconsapevole indagato Gianni Alemanno dedicò gran parte del suo intervento proprio alla questione “immigrazione”. Quella stessa immigrazione che, secondo i presunti “amici” mafiosi di Alemanno intercettati nel corso dell’inchiesta, “rende più del traffico di droga”. Quelle che seguono sono alcune delle dichiarazioni rilasciate da Alemanno a Francavilla, due settimane prima degli arresti del 2 dicembre scorso. Parole con le quali l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno spara a palle incatenate contro gli immigrati, pur essendo stato – secondo le indagini – molto vicino ai vertici di quella presunta cupola mafiosa che, proprio con gli immigrati, ha tirato su decine di milioni di euro:
“A Roma, proprio in questi giorni, è scoppiata una rivolta durissima, che rischia di divampare in tutte le periferie, contro quella che è la presenza degli immigrati e dei nomadi che sta devastando la città di Roma. A Tor Sapienza sono stato un mese fa quando ancora le manifestazioni erano pacifiche, ho denunciato il problema, ma non mi ha ascoltato nessuno. Perché? Perché c’è l’ipocrisia che l’immigrato non si tocca, che bisogna accogliere tutti, che i campi nomadi non vanno controllati. E questo ha generato una situazione fuori controllo che vede un campo nomadi fatto di gente che si alza la notte che da fuoco ai rifiuti e ruba cavi elettrici, un centro di accoglienza da cui di giorno e di notte escono fuori indecenze di ogni genere, una chiesa occupata da immigrati clandestini e rumeni, e così via. E’ ovvio che una città così accerchiata alla fine da luogo a proteste che purtroppo, come nel nostro caso, degenerano in violenza”.