Francavilla, troppe tasse sulla chiesa: vescovo e preti nell’ufficio del sindaco Bruno. Che stanzia 15mila euro

Il sindaco Maurizio Bruno e il vescovo Vincenzo Pisanello
Il sindaco Maurizio Bruno e il vescovo Vincenzo Pisanello

Troppe tasse da pagare in questa vita. Troppe anche per loro: fino a 10mila euro di sola Tari per una chiesa servita da appena due frati: colpa del giardino, pare, troppo grande. Urge un miracolo. E non potevano che sperare in questo, in un intervento divino o di Bruno, il vescovo Vincenzo Pisanello e i parrocci di tutte le chiese di Francavilla Fontana che questa mattina si sono recati nell’ufficio del sindaco Maurizio Bruno per chiedere al primo cittadino un aiuto, una riduzione, una soluzione che consenta agli operosi uomini di fede di proseguire il loro cammino, senza dover per questo dichiarare bancarotta o ridursi sul lastrico. E alla fine, dopo litri di caffé e tortuosi sentieri imboccati nell’oscura selva dei bilanci finanziari, una soluzione sembra essere saltata fuori.
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Merito, oltre che dello stesso sindaco, anche dell’assessore al bilancio Maria Rizzo, del dirigente Gabriele Falco e del segretari generale Antonio Bianchi. A inizio conclave, presa contezza delle difficoltà economiche – oggettive – in cui versano tutte le parrocchie di Francavilla tartassate al pari dei cittadini della laica Italia, Bruno ha da subito chiarito che una riduzione delle tasse, o addirittura la totale esenzione, non era argomento praticabile. Il 2014 è ormai agli sgoccioli, e una simile manovra richiederebbe corpose modifiche al regolamento e passaggi politici istituzionali troppo lunghi e complessi. Tuttavia il primo cittadino ha promesso e garantito una mano: con tanto di condizioni.

Il Comune di Francavilla andrà incontro alle esigenze della Chiesa locale stanziando 15mila euro, che tuttavia non peseranno sulle tasche dei cittadini poiché l’intera somma sarà rastrellata da un fondo di riserva destinato proprio a simili evenzienze. Ma, si diceva, a una sola condizione: che lo stanziamento dell’amministrazione vada in aiuto delle parrocchie già impegnate in attività sociali, quali mense, Caritas e distribuzione di beni. Insomma, un aiuto al merito, a favore di chi aiuta i cittadini in difficoltà. Un buon compromesso fra Stato e Chiesa, apprezzato da entrambi.

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