Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera di una nostra lettrice di Francavilla Fontana che denuncia uno dei soliti paradossi della sanità italiana:
“Gentile redazione, vi scrivo solo perché mi sono stancata di assistere e vivere certi paradossi tutti italiani e restare zitta, impotente e inerme. Io mi chiedo a cosa serva pagare allo Stato tasse su tasse, dissanguarmi per lo Stato, se poi quando ho bisogno dello Stato lui mi chiede altri soldi, e tempi biblici per soddisfare un servizio? Dicono che la sanità pugliese, almeno da un punto di vista economico e finanziario, sia guarita. Ma a spese di chi? Deduco nostre. Giovedì mattina mi sono rivolta alla sanità pubblica per prenotare una semplice ecografia addominale. Risultato? 46 euro di ticket e 5 mesi di attesa. Innanzitutto mi chiedo come si possa pensare che un essere umano che ha bisogno di una ecografia addominale sia disposto a tenersi dolori, nausee e notti insonni per 5 mesi. Allora mi sono rivolta a un privato, certa che mi avrebbe chiesto somme esorbitanti ma per tempi decisamente meno lunghi. E invece no.
Paradossalmente il privato mi ha chiesto 3 euro in meno (43 euro) e solo un giorno d’attesa: “Può venire già lunedì” mi hanno detto. Non è stata la prima volta che mi sono trovata davanti a una situazione del genere. Era già accaduto a un mio famigliare qualche mese fa per una risonanza. Mi chiedo allora davvero a cosa serva pagare tante tasse al pubblico se poi un privato mi costa meno e mi garantisce liste d’attesa di poche ore. E davvero c’è gente disposta a pagare di più per aspettare di più? Vorrei proprio conoscerle queste persone che hanno deciso di pagare di più per aspettare di più e chiedere loro perché lo facciano. Ora ci sono le elezioni regionali. Non so se andrò a votare. Quello che so è che tutti i politici ci prometteranno ticket più bassi e liste d’attesa più corte. Come sempre”.