Quello conclusosi pochi minuti addietro può a tutti gli effetti essere definito il primo vero e duro Consiglio comunale dell’era Bruno. Diverse e anche aspre, oltre che nel merito degli argomenti anche nella forma del contraddittorio, le polemiche tra maggioranza e minoranza, che non se le sono mandate di certo a dire. La sostanza è che, inflessibile, con 18 voti a favore, nessun contrario e nessun astenuto, ma con parte dell’opposizione fuori dall’aula, le assise hanno deliberato la modifica della famigerata delibera consiliare numero 13 del 2012 “Revisione pianta organica delle farmacie. Biennio 2011-2012”, approdata nel frattempo sia dinanzi ai giudici amministrativi sia dinanzi a quelli penali. Ok anche per le mozioni presentate dal capogruppo di Rifondazione comunista, Emanuele Modugno, riguardo la campagna contro il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti tra Usa e Unione europea e dal capogruppo de La Puglia prima di tutto, Gianni Capuano, con il sostegno di Forza Italia e di Fratelli d’Italia, sui due marò “Latorre e Girone imprigionati in India”.
Al di là di questi ultimi punti, sui quali nei giorni scorsi si è anche ironizzato nonostante l’incontestabile serietà dei temi internazionali in oggetto, la decisione più importante e infatti più discussa di oggi è stata quella concernente le due nuove sedi farmaceutiche: una resta in zona Madonna delle Grazie, nei pressi dell’ospedale Camberlingo; l’altra, invece, sorgerà nel quartiere San Lorenzo (zona 167) e non dunque in via Oria.
Diverse le posizioni in campo e i “distinguo”. La più semplice è stata quella che alla fine ha avuto la meglio grazie anche ai numeri della maggioranza con l’aggiunta del Nuovo centrodestra: «Si è assunto questo impegno in campagna elettorale e lo portiamo avanti assumendocene ogni e qualsiasi responsabilità politica». Ciò, nonostante i procedimenti nel frattempo pendenti nelle aule di giustizia. Sui procedimenti in corso si è non a caso soffermata gran parte delle opposizioni. Dei decani tra i consiglieri, gli ex parlamentari Luigi Vitali ed Euprepio Curto – richiamati più volte all’ordine dalla presidente delle assise Maria Passaro – gli interventi più lunghi e critici.
Il coordinatore provinciale di Forza Italia ha puntato il dito contro le presunte irregolarità commesse da Bruno e dai suoi, irregolarità che sarebbero state originate – a suo dire – dall’accordo politico intervenuto con Ncd (in quest’ambito andrebbe collocata, per inciso e a suo parere, la nomina di Luigi Galiano all’Asi) e tese a favorire un esponente di quel partito (Mimmo Bianco, nominato dall’ex deputato) che avrebbe interessi, sebbene indiretti, nella questione. Vitali ha definito come gravissima la circostanza dello scambio epistolare avvenuto la scorsa estate tra il sindaco Maurizio Bruno e il professor Michele Astolfi, avvocato che cura gli interessi di Maria Teresa Bungaro, moglie di Bianco, titolare della Farmacia del Viale e ricorrente contro l’atto della precedente amministrazione. Vitali, nel corso del suo prolisso intervento, ha anche ipotizzato rapporti di commistione tra l’attuale amministrazione e la stampa (in particolare Lo Strillone, su questo punto ci si riserva di replicare) smentiti dallo stesso primo cittadino. Il consigliere, difendendo implicitamente la delibera dell’amministrazione di cui faceva parte e costatagli insieme con altre 16 persone l’assunzione della qualità di imputato, ha inoltre sostenuto che al quartiere San Lorenzo non vi sono locali adatti a ospitare una farmacia.
Curto, invece, pur convenendo sull’opportunità che una nuova farmacia sorga in zona 167, ha contestato il metodo adottato dall’amministrazione che, a suo dire, sarebbe idoneo a interferire nell’attività degli organi di giustizia investiti a vario titolo della questione. Attendere l’esito dei giudizi in corso, insomma, sarebbe stato secondo l’ex senatore, molto più prudente a ché il numero degli imputati non raddoppi di qui a qualche mese. Sulla stessa lunghezza d’onda, più o meno, il consigliere di Idea per Francavilla Domenico Attanasi.
Un po’ meno drastiche le posizioni espresse da Capuano (Lppdt), favorevole alla farmacia in zona San Lorenzo ma scettico sul metodo e sul merito adottati dalla maggioranza, e di Antonio Andrisano (Fi), il quale ha ribadito un concetto già espresso nei giorni scorsi: «Per quale motivo l’amministrazione non ha atteso il pronunciamento del Consiglio di Stato sulla questione? In fondo, in caso di ragione, la sua posizione ne sarebbe potuta uscire addirittura rafforzata».
Senza “se” e senza “ma” dalla parte della maggioranza i consiglieri di Ncd, Galiano e Giuseppe Cavallo. Galiano ha preso la parola in più occasioni, beccandosi anche con Vitali, per ribadire il concetto: «Votiamo a favore non per chissà quale accordo politico, ma per tenere fede all’impostazione che già si aveva nel 2012, dato che la graduatoria della Regione per l’assegnazione delle due nuove farmacie è ancora provvisoria e nel frattempo, rispetto alla precedente amministrazione, è mutato l’orientamento politico del Comune».
Difesa a spada tratta del nuovo indirizzo politico, ovviamente, anche da parte degli esponenti della maggioranza. Oltre a Bruno, che si è concentrato sul rispetto degli impegni presi in campagna elettorale direttamente con gli elettori, sono intervenuti sulla questione sia l’assessore Tommaso Resta sia il capogruppo Pd Marcello Cafueri, il quale dopo essersi espresso e aver controbattuto agli avversari in termini tecnico-giuridici, ha chiosato in questo modo: «In una battaglia ci si può anche ferire e le battaglie si possono anche perdere, ma noi abbiamo deciso di andare avanti e di assumerci le nostre responsabilità». E, a proposito dei sospetti avanzati da Vitali di retroscena politici (la “corrispondenza d’amorosi sensi” con Ncd), Cafueri ha precisato: «Nel 2012 non ci poteva essere alcun accordo politico con quel partito e la nostra impostazione è tale e quale a quella che avevamo nel 2012».
Convinto della bontà della scelta anche Modugno, che a un certo punto, prima di ricordare che la delibera adottata nel 2012 ha prodotto diversi imputati, ha chiesto la parola e ha esordito in questo modo: «Presidente, colleghi consiglieri, signori della corte…». Fino ad allora infatti a rintuzzarsi erano stati i numerosi avvocati dell’una e dell’altra parte presenti in Consiglio.
Alla fine, con i consiglieri Vitali, Andrisano, Capuano, Attanasi, Curto usciti dall’aula – Giacomo Gallone e Antonio Sgura se n’erano già andati prima – la maggioranza ha approvato la modifica della delibera numero 13 del 2012.
Questi, volendo sintetizzare e semplificare al massimo, i punti su cui poggia la convinzione di legittimità politica e giuridica dell’amministrazione: la graduatoria regionale per l’assegnazione di 188 farmacie ancora provvisoria e dunque l’esistenza di sole legittime aspettative e non ancora d’interessi legittimi o diritti soggettivi in capo ai pretendenti; una maggiore equità, dettata dalla presenza di più residenti e da una più calibrata distanza della nuova futura attività dalle farmacie preesistenti, nella nuova indicazione del quartiere San Lorenzo.
In ogni caso, il cammino che porterà all’effettiva nascita delle due nuove sedi farmaceutiche nella Città degli Imperiali si preannuncia ancora piuttosto lungo e, non è difficile prevedere, travagliato.
Per la cronaca, sono stati revocati e rinviati a successiva seduta gli ultimi due punti inseriti all’ordine del giorno: “Regolamento per il funzionamento della Consulta Comunale delle Associazioni del Mondo Produttivo. Approvazione”; “O.d.g. presentato dal Consigliere Comunale dtt.ssa Paola Andriulo in merito: “Adesione alla campagna senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero dalle armi nucleari”. Approvazione”.
Eliseo Zanzarelli