Credeva addirittura di poter disporre di maggiori garanzie acquistando uno smartphone in un negozio fisico anziché, come ormai sempre più spesso accade, su internet. Così però non è stato: il cellulare era guasto e gli addetti della rivendita si sono rifiutati di sostituirlo o, in alternativa, di restituire i soldi al cliente, limitandosi a proporgli di mandarlo in assistenza all’indomani dell’acquisto.
Un caso tipico da diritto dei consumatori quello del signor Maurizio C., che qualche domenica fa si è recato in un noto centro commerciale della provincia di Brindisi e ha deciso di regalare a suo figlio un telefono portatile di ultima generazione ma dal prezzo non esagerato.
«Lo faccia scaricare e poi lo tenga in carica almeno 12 ore», gli ha detto la commessa dopo che aveva pagato i 79,90 euro per comperarlo.
Maurizio, arrivato a casa, ha provato a inserire nell’apposito alloggiamento la scheda Sim e ha poi acceso l’apparecchio. Solo che sul display gli è comparso un messaggio di errore: impossibile leggere la scheda.
Non si è disperato e, deluso ma tranquillo, ha pensato: «Domani stesso lo riporto in negozio e: o me lo sostituiscono un altro identico funzionante oppure mi ridanno indietro i soldi».
Detto, fatto. Il lunedì successivo, Maurizio è tornato al centro commerciale, ha raggiunto l’esercizio e ha spiegato tutto alla commessa.
Quest’ultima, però, con somma sorpresa dell’interlocutore, gli ha detto: «Ci spiace, ma non possiamo né sostituirlo né rimborsarla: se vuole possiamo mandarlo in assistenza e farlo riparare».
Una possibilità che Maurizio non aveva per nulla preso in considerazione e che neanche in quel frangente ha voluto considerare: «Spiace anche a me, ma la cosa non finisce qui e così», ha detto prima di riprendersi lo smartphone difettoso e di andarsene. Poi ha pensato di rivolgersi a un’associazione di tutela dei consumatori con ottime possibilità, peraltro, di vedersi riconoscere la ragione.
«Fortuna che per quel telefono – dice il diretto interessato – avevo speso relativamente pochi soldi, ma certamente non mi aspettavo un trattamento simile: mandare in assistenza un prodotto il giorno dopo averlo comprato e quando è ancora in perfetta garanzia non ha davvero alcun senso: il cellulare andrebbe in teoria sostituito o l’importo rimborsato, lo sanno anche i bambini. Io ho provato a dirlo, ma non c’è stato verso, non hanno proprio voluto sentire ragioni: adesso non so cosa farò, se mi rivolgerò a qualche esperto per far valere quello che è un mio diritto o se, anche in considerazione dell’importo in fin dei conti basso da me pagato, ripararmi per conto mio il telefono e fare cattiva, cattivissima pubblicità a quell’esercizio commerciale nel quale in vita mia non metterò mai più piede».