Se ne parla ancora, nonostante dalla metà degli anni ’90 – quando l’argomento era di strettissima attualità – siano ormai trascorsi quasi 20 anni. L’intermodale – o, meglio, il suo fantasma – agita tutt’oggi i sonni della politica, dei politici e degli ex politici. L’incompiuta delle incompiute tra le opere pubbliche “monche” di Francavilla è stata nei giorni scorsi oggetto di un sopralluogo da parte di rappresentanti dell’Autorità portuale di Taranto e l’idea è quella di trasformarne la destinazione d’uso da centro per lo stoccaggio e la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli a centro logistico di secondo livello connesso ad attività di trasporto merci. Un obiettivo sbandierato da alcuni esponenti dell’attuale amministrazione comunale di centrosinistra – con in testa il movimento Noi ci siamo – e prontamente contestato dalle opposizioni, che hanno invitato la maggioranza ad astenersi da ingiustificati proclami ché la strada sarebbe in ogni caso lunga e tortuosa. Si ipotizza addirittura una comunione d’intenti tra Forza Italia, Nuovo centrodestra, Progetto per l’Italia e forse Idea per Francavilla – l’intera minoranza, insomma, con gli ex parlamentari Luigi Vitali ed Euprepio Curto dalla stessa parte – nel richiedere al presidente del Consiglio comunale una seduta monotematica sull’argomento.
La discussione è nata, come spesso accade, su facebook, dove l’ex sindaco e consigliere comunale di sinistra Mario Filomeno ha avanzato perplessità circa modi e tempi con cui l’attuale guida politica, e in particolare Noi ci siamo, si è sbilanciata sula questione, chiamando in causa l’assessore ai Lavori pubblici Tommaso Resta.
Ha scritto Filomeno:
«Stando al comunicato richiamato (diramato da Noi ci siamo, ndr), possiamo annunciare che sono aperte le selezioni del personale da assumere per cui chi è interessato si dia una mossa e presenti la domanda presso un qualche Ufficio?
Possiamo anticipare la immediata revoca della delibera del Commissario Iaculli che disponeva nel marzo scorso la restituzione di oltre un milione di euro alla Regione?
Possiamo tranquillizzare i cittadini e gli operatori commerciali che non occorre alcun cambio di destinazione della struttura da Centro di stoccaggio e commercializzazione di prodotti ortofrutticoli a Centro logistico di II^ livello e che non vi è necessità dell’assenso della Regione nelle forme di legge?
Se questo è, possiamo affermare che non vi sarà bisogno di costose opere di adeguamento alla nuova destinazione e che non occorre,ai fini della funzionalità della struttura, realizzare altra bretella di collegamento stradale nonchè le rotaie per collegare la struttura alla stazione ferroviaria se scalo vi deve essere?
Possiamo rassicurare che la Regione non solo ci farà dono del milione richiesto ma ci ha assicurato altri coprposi finanziamenti per gli investimenti infrastrutturali di cui sopra?
Infine, perché la struttura non viene ceduta a chi ha manifestato interesse, ammesso che di questo si tratti, con accollo di ogni onere ivi compreso il contenzioso pendente per svariati milioni di euro con la società Clios che avrebbe dovuto gestire il tutto con la costituzione di altra società?»
Resta, dal canto suo, ha da una parte smorzato i toni trionfalistici, dall’altra precisato quale sia adesso la situazione: «Rimaniamo con i piedi per terra e non creiamo false aspettative. Intanto voglio sottolineare che il sen. Tomaselli ed il Sindaco da tempo stanno lavorando perché venga vagliata la possibilità del recupero del Centro di Carico cercando interlocutori credibili che rendano possibile una svolta inseguita da anni. L’Autorità Portuale di Taranto si è effettivamente dimostrata interessata alla struttura da inserire in un contesto di rilancio delle attività portuali in stretta sinergia con piattaforme logistiche retro portuali quale quella di Surbo, Francavilla, Palagiano solo per citarne alcune. La condizione da soddisfare è ovviamente il completamento della bretella ferroviaria posta in adiacenza al Centro, la messa in pristino ed il completamento. Si rimarchi la volontà dell’Amministrazione di conservare la vocazione di centro di riferimento per lo stoccaggio e prima lavorazione di produzioni agricole prevalentemente locali, in considerazione della unicità della struttura anche dopo il fallimento della struttura fasanese che a mò di esempio ho richiamato.
Resta da capire se la struttura vada inserita in una rete consortile con un unico partner, dal momento che si è pure parlato di istituzione di Zona Franca o quale struttura autonoma ed indipendente a servizio “anche” del porto di Taranto.
Ovviamente non vi sono preclusioni al vaglio di ipotesi alternative purché tengano conto però del rilancio del territorio e della ricaduta occupazionale su base locale; ovviamente ci portiamo dietro una serie di problemi che sono quelli che hai evidenziato e legati alla gestione del contenzioso, restituzione delle somme alla Regione Puglia oltre allo stato attuale della struttura che paga anni di devastazione, saccheggi ed intervenuta vetustà degli impianti.
Altrettanto superfluo mettere in risalto come la risoluzione di tali problemi, preliminari ad ogni futuro assetto, passi attraverso il reperimento di risorse finanziarie che allo stato non vi sono ma che devono costituire la priorità delle priorità».
L’ex assessore ai Lavori pubblici dell’ultima amministrazione di centrodestra, oggi consigliere comunale, Antonio Andrisano, dopo aver apprezzato i chiarimenti di Resta, ha rimarcato come la situazione odierna sia la stessa cui si era giunti grazie alle sue iniziative ai tempi del sindaco Vincenzo della Corte: «Tommaso (Resta, ndr), condivido il Tuo intervento chiarificatore e mi permetto di ricordarTi che il Sen. Tomaselli ed il Sindaco (allora ass. prov.) furono interessati da me della questione. In particolare il Sindaco Bruno fu presente (in rappresentanza della provincia) ad una conferenza di servizi tenutasi a Bari presso l ‘assessorato Opere Pubbliche e presieduta dall’allora ass. reg. avv. Amati richiesta espressamente dall’amministrazione comunale Francavillese. Il Sen. Tomaselli, unitamente al Sen. Curto, all’on. Vitali e al Sen. Iurlaro (allora cons reg), fu presente in un’altra riunione organizzata da me presso il comune di Francavilla Fontana. Le conclusioni alle quali si pervenne, a seguito di entrambe le iniziative ed in particolare dell’incontro in Regione, sono sostanzialmente quelle che Tu hai correttamente riportato».
Di nuovo, insomma, non ci sarebbe granché – a parte i buoni propositi, che a dire il vero non sono quasi mai mancati – sotto il sole e quell’opera che avrebbe dovuto rappresentare un volano di sviluppo, costata circa 12 miliardi di vecchie lire, rimane lì tra contrada Rosea e contrada Tiberio – lungo la direttrice Grottaglie – a fare cattiva mostra di sé. Come sempre, quando si parla d’intermodale, di doman non c’è certezza. Una questione talmente ingarbugliata che non appena la si tocca, si rischiano capitomboli anche mediatici e ci si espone a critiche e – capitato anche questo – sberleffi.
El. Zanz.