Estorsione a un imprenditore: in manette un 48enne di Oria e la moglie del boss della Scu Cantanna

Barbara Carbone e Giovanni Mingolla
Barbara Carbone e Giovanni Mingolla

Certi nomi fanno paura. E il solo evocarli, può bastare aprire senza colpo ferire porte e portafogli, ammorbidire le resistenze, oliare i meccanismi. Barbara Carbone, 42enne di Mesagne, lo sa bene. Lei, uno di quei nomi, lo ha pure sposato: Carlo Cantanna, ex boss della Sacra Corona Unita mesagnese, già condannato e da anni dietro le sbarre. Assieme a un presunto complice, il 48enne di Oria Giovanni Mingolla, lunedì scorso ha utilizzato quel nome, il nome del marito, come grimaldello per far leva sulle paure di un imprenditore di San Michele Salentino, e convicerlo senza troppe insistenze a consegnare loro 2mila euro. “Veniamo per conto di Carlo Cantanna” avrebbero intimato all’uomo: “Giovedì veniamo a prendere i 2mila euro che ci devi dare”. E così è stato.

Mingolla e Carbone ieri mattina, 22 ottobre, si sono presentati a San Michele per riscuotere la cifra imposta. Ma anziché l’imprenditore, hanno trovato ad attenderli i carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni. La vittima della richiesta estorsiva si era rivolta a loro non appena ricevuto l’avvertimento. Senza paura, senza cedere al timore che quel nome avrebbe dovuto incutergli. I due due estorsori, terminate le formalità di rito, sono stati arrestati e condotti in carcere. I soldi, ovviamente, lasciati al coraggioso imprenditore.

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