Ianut Cociabab, il 28enne rumeno che il 24 settembre del 2012 abbandonò sui binari del passaggio a livello di Pozzo Facento (Fasano) il camion dell’azienda per cui lavorava, provocando l’incidente ferroviario in cui perse la vita il macchinista Giuseppe Campanella, è stato condannato a 4 anni di reclusione. La sentenza è stata emessa dal tribunale di Brindisi a poco più di due anni da quella tragedia che solo grazie alla prontezza di riflessi del macchinista rimasto ucciso, non si concluse con un bilancio ancora più pesante. Cociabab, accusato di disastro ferroviario e omicidio colposo, fu arrestato poche ore dopo l’incidente, quindi rilasciato. “Non mi sono accorto che le sbarre si stavano abbassando. Il semaforo del passaggio a livello non funzionava” disse agli agenti che accorsero sul posto dopo lo schianto. Ribadì il concetto davanti al magistrato, aggiungendo di aver abbandonato il mezzo sui binari per paura di essere travolto. In realtà, come fu appurato nelle ore successive, il passaggio a livello funzionava alla perfezione.
I fatti. Erano circa le 13 e 40 del 24 settembre di 2 anni fa quando l’autista, proveniente da Pozzo Faceto, invase il passaggio a livello senza attendere la chiusura delle sbarre. Il mezzo, carico di barre di ferro, restò incastrato fra i binari, mentre il treno si avvicinava ad alta velocità. Secondo quanto appurato dalle forze dell’ordine, l’autista in preda al panico lasciò la cabina del mezzo e si diresse verso le campagne. Dopo pochi minuti sopraggiunse l’Eurostar. Campanella riuscì solo ad azionare il freno. L’impatto della locomotrice con il tir fu devastante. Il treno proseguì la sua corsa per alcune centinaia di metri, fino a quando la testa del convoglio (completamente accartocciata su se stessa) non deragliò dai binari. Campanella, originario di Acquaviva delle Fonti, sposato e padre di una sedicenne, morì sul colpo. Dei circa 200 passeggeri, una ventina di essi riportarono ferite d lievi entità.
I più gravi furono trasportati presso gli ospedali di Fasano e Ostuni. Gli altri vennero medicati all’interno di una tenda gonfiabile allestita presso la stazione ferroviaria. Sul posto giunsero i carabinieri della compagnia di Fasano, i poliziotti del commissariato di Ostuni, i militari della guardia di finanza e numerosi mezzi dei vigili del fuoco. In un frenetico viavai di lettighe, intervennero anche i volontari della protezione civile per dare conforto e assistenza ai contusi. I responsabili di Trenitalia assicurarono la prosecuzione del viaggio verso Brindisi e Lecce grazie all’allestimento di alcuni pullman di linea. Nel frattempo, Cociabab fu ascoltato da alcuni agenti della Polfer. Il ragazzo spiegò di non essersi accorto della chiusura delle sbarre e di aver lascato la cabina del tir solo pochi istanti prima dello scontro con l’Eurostar. Ma la sua testimonianza non convinse fino in fondo gli investigatori. Per questo, il rumeno fu accompagnato presso la questura di Brindisi e da lì, di concerto con il sostituto procuratore di turno Pierpaolo Montinaro, fu trasferito in carcere.