Questa volta non ci saranno passi indietro. Questa volta sembra finita sul serio. Il sindaco di Oria Cosimo Pomarico, a poche ore di distanza dal comunicato con cui annunciava il proprio congedo, aggiunge nella notte alla sua dichiarazione di “dimissioni”, una parolina in più; una parola che fino a oggi, nelle precedenti dimissioni regolarmente rientrate, si era sempre ben guardato dall’inserire: “irrevocabili”. Una parola che fa la differenza. Perché ora non si torna indietro. La rottura con la sua maggiorana, fomentata dalle assenze dell’ultimo fondamentale consiglio, si è fatta irrecuperabile. E lui, pigliato cappello, se ne va. Scrive Pomarico: “Oggi 16 ottobre il Consiglio comunale ha approvato l’esternalizzazione e la concessione del mattatoio comunale, raggiungendo dopo circa 10 anni un altro importante obbiettivo. Questa occasione e questo altro importante risultato mi consentono di dichiarare che le mie dimissioni sono irrevocabili”. Ma è davvero così? È davvero lui ad andarsene? Forse no. Forse a convincere Pomarico ad aggiungere quella parolina nella sua ultima esternazione ci sono le firme di 10 consiglieri comunali che di fatto lo sfiduciano senza possibilità d’appello. Dieci firme alle quali in mattinata dovrebbe aggiungersi l’undicesima di Tommaso Carone. Troppe. Stavolta si va tutti a casa davvero. Arriva il commissario.
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