Adesso si mettono a rubare pure le biciclette: di solito a Oria accade con le auto, ma l’altro giorno ai carabinieri è giunta la denuncia di furto di una due-ruote a pedali. Il proprietario l’aveva posteggiata un attimo nei pressi di piazza Lorch, in pieno centro, ma giusto il tempo di girarsi dall’altra parte ed era già sparita.
Si saranno forse ispirati al celebre titolo del film di De Sica-padre i ladri di biciclette, probabilmente ingolositi dal fatto che la mountain bike non era stata incatenata (anche perché non esistono le rastrelliere apposite) neppure a un segnale stradale o a un palo della luce.
Il cicloamatore sarà stato tranquillo nel non farlo proprio alla luce del dato, sotto gli occhi di tutti, che a Oria si utilizzano principalmente i veicoli a motore i quali, dunque, sono statisticamente più soggetti ai furti.
E dopo i fatti della scorsa estate, quando nei giorni del Torneo dei Rioni in città sono state trafugate più di 20 macchine, non è un caso che Oria sia ormai tristemente nota anche fuori dal circondario. Ad esempio, qualche giorno fa un professionista è arrivato in aereo a Brindisi e ha noleggiato un’auto per dirigersi proprio a Oria.
Sin qui tutto normale, ma quando l’addetto della società di noleggio ha sentito pronunciare la destinazione “Oria” si è affrettato a dire: «Se va a Oria, non le posso dare quest’auto (un’utilitaria italiana): prenda quest’altra (un’utilitaria straniera più datata)». E delle auto, in fondo, ormai si sa. Che si freghino pure le biciclette, invece, è una novità assoluta.